martedì, 17 Dicembre, 2024
Parco&Lucro

Quando i dividendi aiutano il portafoglio

La competitività delle Banche italiane

Secondo Milano Finanza, le banche e il risparmio gestito potrebbero essere molto generose nel 2023. Il prestigioso giornale economico finanziario ha pubblicato i calcoli effettuati da Intermonte per MF-Milano Finanza, secondo cui i  titoli finanziari quotati a Piazza Affari hanno distribuito quest’anno dividendi per un totale di 6,7 miliardi di euro, con attese per il 2023  del 10% in più almeno, pari circa a 7 miliardi, sempre con l’incognita tassi Bce. Infatti, la situazione potrebbe migliorare nel corso del 2023 grazie al rialzo continuo dei tassi da parte della Bce che ha, tra i risvolti positivi, la crescita  del margine di intermediazione delle banche.

Il comparto bancario è, ovviamente,  a prezzi molto scontati   rispetto allo Eurostoxx600, con titoli bancari a volte ampiamente deprezzati, ma, come sempre, rimane importante la selezione delle banche meglio capitalizzate ed attrezzate in un contesto di rallentamento economico.

Cosa sono i dividendi

Sono una parte delle fonti di guadagno di un azionista e dipendono sia dall’utile che da altre  scelte strategiche di una società . Il dividendo è una delle voci, seppur non la più consistente, che costituisce il guadagno in un investimento azionario.  Il dividendo è la porzione di utili che una società distribuisce ai propri azionisti al termine dell’esercizio. Lo “stacco” del dividendo viene approvato dall’assemblea su indicazione degli amministratori.

Bisogna ricordare che un azionista non riceve obbligatoriamente un dividendo, neppure in caso di esercizio chiuso in utile: infatti  i risultati di un bilancio positivo,  possono non essere distribuiti ma utilizzati per altri obiettivi come ripianare perdite pregresse, compiere investimenti o essere indirizzati verso altre scelte strategiche.

A differenza delle obbligazioni, quindi, i proventi da azioni (dividendi inclusi) non sono mai certi. Succede spesso che le società prevedano, nei loro piani triennali, di indicare la quota dell’utile che prevedono di distribuire (il cosiddetto payout). Ma, di nuovo, si tratta di un’intenzione e non di una sicurezza.

Anche se il dividendo non è un diritto, ci sono delle eccezioni. Alcune categorie di azioni, come quelle privilegiate, possono includere il diritto a percepire un dividendo in assenza di alcuni diritti amministrativi (come quello al voto in assemblea). Il trattamento di queste “eccezioni” deve essere previsto dalla società, che definirà in anticipo quali categorie hanno diritto a un dividendo minimo in caso di utile e qual è la sua entità.

Europa e Usa: prospettive di breve termine

Kerstin af Jochnick, membro del Consiglio di vigilanza della Bce-SSM, in un’intervista esclusiva al Sole24Ore, ha affermato , non meno di tre settimane fa, che «Una raccomandazione sullo stop a dividendi e buyback come in pandemia non è nei piani della Bce-SSM. Ma le banche dovranno aggiornare le traiettorie di capitale per tenere conto esplicitamente di una recessione. Ci saranno sfide complesse da superare nel futuro prossimo dell’area dell’euro”.

Mentre David Harrel, curatore della newsletter Morningstar DividendInvestor, su Morningstar.it, ha analizzato in maniera molto accurata, quanto avvenuto sul mercato americano, ricordando che nel 2022, le azioni che pagano dividendo hanno registrato ottime performance su base relativa, sia in termini di rendimento che in termini di volatilità mensile, a parte settembre. Lo studioso inoltre, rimarca come il mercato statunitense sia in calo di quasi il 18% da inizio anno, mentre l’indice Dow Jones U.S. Select Dividend, composto da titoli che staccano cedola, ha ceduto poco meno di un punto. Quindi, nel 2022, le azioni con dividendi hanno sovraperformato.

Il 2023? Deve iniziare.

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