Circa tre lavoratori su cinque nel nostro Paese soffrono di Disturbi Muscolo Scheletrici (DSM), tanto da considerare tale condizione un vero e proprio problema di salute per assenze dal lavoro, malattie professionali, consumo di farmaci… più comune connesso al lavoro in Europa in quanto sono compromessi i lavoratori di qualsiasi settore e categoria professionale.
Nel 2020, infatti su un totale di circa 45.000 malattie professionali denunciate all’INAIL, oltre 34.000 hanno riguardato i disturbi muscolo scheletrici, ha sottolineato tra l’altro Susanna Cantoni presidente CIIP. in un recentissimo volume di 110 pagine prodotto proprio dalla Consulta Interassociativa Italiana della Prevenzione, in cui vengono descritti i rischi e i danni che producono i disturbi muscolo scheletrici durante il lavoro. Mal di schiena e dolori muscolari agli arti superiori (43% e 41% rispettivamente) sono tra le tipologie più comuni segnalate, come dimostrato dalla ricerca “Workforce diversity and musculoskeletal disorders: review of facts and figures and examples” pubblicata dall’European Risk Observatory.
Si è parlato dei DMS nel corso dell’evento/Chiusura campagna Eu-Osha 2020-2022 su prevenzione e gestione dei disturbi muscoloscheletrici “Alleggeriamo il carico!”. organizzato dall’INAIL qualche giorno fa con un confronto a più voci tra rappresentanti di istituzioni e parti sociali per lo sviluppo di azioni e politiche di prevenzione con la partecipazione dei vertici dell’Istituto, il presidente Franco Bettoni e il direttore generale Andrea Tardiola.
Movimenti ripetitivi, postura, seduta prolungata e sollevamento di carichi pesanti sono solo alcuni dei fattori di rischio che contribuiscono alla comparsa dei disturbi e possono colpire muscoli, articolazioni, tendini o ossa con un impatto negativo sulla qualità della vita.
Alcuni gruppi di lavoratori sono maggiormente esposti a rischi particolari più degli altri. Tra i gruppi di lavoratori particolarmente esposti a rischi, fisici o psicosociali, associati ai DMS, si annoverano donne, lavoratori migranti, lavoratori “anziani”, con un basso livello d’istruzione e lavoratori con disabilità, fattori che, peraltro, incidono trasversalmente anche per altri rischi professionali.
Un documento da consultare è l’indagine periodica di EUROSTAT e INAIL “Salute e sicurezza sul lavoro in Italia” relativa all’anno 2020 dove si rappresentano le diversità della forza lavoro e le specifiche necessità dei lavoratori che devono essere prese in considerazione quando si valutano i rischi correlati ai DMS e si concepiscono misure di prevenzione.
La qualità della valutazione del rischio, lo studio del ciclo produttivo e organizzativo per individuarne i punti critici sui quali intervenire, la partecipazione e la formazione dei lavoratori e degli RLS, la centralità del ruolo professionale del medico competente e il suo indispensabile rapporto con il SPP, oltre che con la line aziendale, sono elementi indispensabili per affrontare il tema del rischio di disturbi MSK derivante da una inadeguata organizzazione del lavoro.
Il testo della CIIP si propone di offrire indicazioni utili per aiutare nel percorso di prevenzione tutti gli attori che vi hanno un ruolo, sia all’interno delle imprese che nel servizio sanitario, sottolineando come il ruolo di quest’ultimo sia al contempo di informazione, assistenza preventiva e di controllo
I DMS lavoro correlati colpiscono la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori e inferiori e denotano qualsiasi danno o disturbo delle articolazioni o di altri tessuti. I problemi di salute vanno da malesseri e dolori di lieve entità sino ad affezioni mediche più gravi che costringono ad assentarsi dal lavoro o per le quali sono necessarie cure mediche. Nei casi più gravi, possono persino portare a disabilità e alla necessità di abbandonare il lavoro.
La maggior parte dei DMS lavoro correlati si sviluppa nel tempo. Di solito la causa dei DMS non è una sola, spesso vi concorrono vari fattori di rischio, tra cui fattori fisici e biomeccanici, organizzativi e psicosociali nonché quelli individuali.
Le azioni di prevenzione dovrebbero concentrarsi sulla prevenzione primaria, ma anche sulle misure per ridurre al minimo la gravità delle lesioni. È importante assicurare che tutti i lavoratori ricevano informazioni, istruzioni e formazione adeguate sulla salute e sulla sicurezza sul luogo di lavoro e che sappiano come evitare rischi e pericoli specifici.
Tra queste non dovrebbero essere trascurati cambiamenti tecnologici in termini di attrezzature e digitalizzazione dei processi di lavoro e dei cambiamenti nelle modalità di organizzazione del lavoro che ne conseguono.
Anche il monitoraggio della salute, la promozione della salute nonché la riabilitazione e il reinserimento dei lavoratori già affetti da DMS devono essere presi in considerazione nell’approccio usato per la gestione di tali disturbi.