FIFO Sanità, la Federazione Italiana Fornitori Ospedalieri, esprime grande preoccupazione per l’approvazione di una normativa sul payback che mette a rischio il tessuto dei fornitori ospedalieri, composto nel 95% da micro, piccole e medie imprese, con oltre 100mila lavoratori coinvolti. Dispositivi salvavita, strumenti per dialisi, valvole cardiache, protesi e ferri chirurgici sono solo alcuni dei dispositivi medici che potrebbero mancare negli ospedali a partire da gennaio.
“Come Federazione che rappresenta le PMI in Sanità siamo assolutamente d’accordo a perseguire una spesa pubblica razionale e oculata. Ma questo obiettivo non può passare per una deresponsabilizzazione degli amministratori e un tracollo del tessuto delle PMI italiane. Con l’attuazione del payback centinaia di aziende saranno costrette a chiudere, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro”, ha dichiarato il presidente di FIFO, Massimo Riem.
“Le imprese non saranno più in grado di fornire dispositivi medici, a gennaio ci troveremo davanti a una crisi senza precedenti da un punto di vista economico e sanitario”, ha aggiunto. “Chiediamo urgentemente un confronto con le Istituzioni per lo sviluppo di un tavolo tecnico con l’obiettivo di rivedere integralmente la norma sul payback che in questo momento pesa per 2.1 miliardi di euro, per gli anni 2015-16-17-18, sui fornitori di dispositivi medici”, sottolinea Riem.