Non sono coperti dal segreto pontificio le denunce, i processi e le decisioni riguardanti i delitti in materia di abusi su minori, di cui nel Motu proprio Vos estis lux mundi e nelle norme de gravioribus delictis.
Nel giorno del suo compleanno Papa Francesco ha abolito il segreto pontificio sui casi di abusi sessuali commessi da chierici sui minori. Il Papa ha anche stabilito che il reato di pedopornografia sussiste fino a quando i soggetti ripresi nelle immagini hanno l’età di 18 anni e non più 14.
La notizia ha suscitato l’apprezzamento di don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter Onlus, che da trent’anno dà la caccia ai pedofili in rete, denunciando gli abusi a tutte le polizie del mondo.
Padre cosa pensa di questa decisione del Santo Padre?
“La lotta agli abusi sui minori è un impegno di tutti e la Chiesa non si è più tirata indietro offrendo a tutta la comunità delle scelte epocali i cui effetti comprenderemo a lungo termine. Con due documenti, per il bene dei bambini e delle persone vulnerabili e destinati a lasciare il segno, Papa Francesco ha abolito il segreto pontificio nei casi di violenza sessuale e di abuso sui minori commessi dai chierici. Ed ha anche deciso di cambiare la norma riguardante il delitto di pedopornografia facendo ricadere nella fattispecie dei “delicta graviora” – i delitti più gravi – quali la detenzione e la diffusione di immagini pornografiche che coinvolgano minori fino all’età di 18 anni”.
E adesso?
“Le norme ci sono: ora si devono seguire i percorsi per prevenire tali gravi delitti attraverso informazione, formazione e una cultura che ribadisca sempre, in ogni angolo del mondo (cattolico e nelle altre confessioni) e in tutta la società che l’abuso sui minori è un crimine. Da contrastare con ogni mezzo, che superi il silenzio, gli insabbiamenti, le lobby della complicità irresponsabile”.
La Chiesa ha superato gli Stati laici?
“Questo dev’essere proposto anche alla società civile e ai sistemi giudiziari negli Stati laici, anch’essi ancora deficitari nella legislazione contro questi crimini: basti pensare che sono decine gli Stati che non hanno una legge contro la pedopornografia e non hanno definito la fattispecie, come anche l’età del consenso dei minori e il segreto di ufficio (cosa che, dobbiamo dirlo, vige in ogni sistema garantista!)”.
Che giudizio può dare delle nuove norme?
“La Chiesa cammina e questo è già non solo un segnale apparente, ma di sostanza. A riprova del fatto che la Santa Sede ha fatto tesoro delle lacrime di ogni piccola vittima di abusi da parte di sacerdoti indegni di essere definiti tali. E di questo vogliamo ringraziare il Papa, per le parole chiare divenute legge: è il suo regalo di compleanno per noi”.