Dopo aver grattato e trovato un numero coincidente con quelli inseriti per le vincite trovi la scritta premio, dunque, hai vinto. No!
Convinto di ciò, pertanto, Ti rechi alla Cassa dell’esercizio per ritirare LA VINCITA ma nella ipotesi in cui, la vincita sia pari alla posta che tu hai puntato Ti accorgi, non solo, di non avere vinto niente perché ti viene restituita la puntata, ma anche che sei stato illuso, preso in giro, gabbato, ecc.
La percentuale di una situazione simile è impressionante; nell’ultima lotteria istantanea, indetta il 5 settembre scorso, da 2 euro, ci sono, 5.356.800 tagliandi che indicano come “(non) premi”, 2 euro pari alla posta il tutto su un totale di 9.804.505 premi pari al 54,94% gratta emessi.
Sistematicamente avviene che colui che ha deciso di effettuare anche una sola giocata e riceve in restituzione la somma che ha puntato ha già destinato quella somma come persa per cui torna a giocare e al cento per cento gratterà una scheda senza alcun numero fortunato lasciando quindi allo Stato l’intera posta con il rischio, scientificamente provato, che una simile condizione può indurlo a contrarre la cosiddetta LUDOPATIA o AZZARDOPATIA e divenendo in tal guisa un futuro accanito giocatore con profitto per lo Stato e danno per se stesso.Esiste una norma nel codice penale vigente in Italia che è l’art. 640. Essa prevede che chiunque, mediante artifizi o raggiri, induce taluno in errore procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto è punito con la pena della reclusione…..
A questo punto e su tutte quelle che vengono classificate vincite nelle situazioni di cui sopra sarebbe opportuno che qualche addetto del Ministero o qualche rappresentante del Governo spieghi ai cittadini e, soprattutto, ai giocatori, melius ai grattatori semplici o incalliti, come si possa qualificare premio la mera restituzione della posta pari alla somma puntata con le conseguenze sopra accennate.
Il “premio” erogato, quindi, quando è pari alla puntata, non può essere considerato vincita a meno che lo Stato Italiano intenda ritenere la puntata come compenso per avere messo a disposizione il gioco, quindi una sorta di tassa che ha come sinallagma il fatto di avere consentito al cittadino-giocatore- aspirante-milionario di aver potuto semplicemente giocare.
Allora si scriva a caratteri cubitali che la restituzione della posta non è un premio oppure si aboliscano tutte le false vincite pari alla posta puntata smettendo di prendere in giro gli italiani soprattutto per le loro debolezze.
Se per caso qualcuno dovesse obiettare in merito a quanto sin qui narrato si fa rilevare a contro-prova il fatto che in qualsiasi gioco d’azzardo legalizzato, come ad esempio la Roulette Francese, se si effettua una puntata per le combinazioni che pagano una volta la posta come il Rosso o Nero, il Pari o il Dispari, il Manque o il Passe, la vincita consiste nel pagare una volta la posta oltre la somma puntata.
Diversamente non vi sarebbe alcun azzardo ed il gioco va diversamente definito.
Solo l’aumento o il raddoppio della posta in un gioco d’azzardo può essere definita vincita perché la stessa, in tal caso, incrementa il portafoglio del giocatore.
Di certo non può qualificarsi vincita quella del gratta e, dunque, non vinci dove indovini la combinazione, indovini il numero fortunato, MA NON TI PAGANO NULLA!! Salvo che restituirti, vivaddio, la somma puntata.
Tale metodo perverso, oltre agli effetti dannosi sopra rilevati, comporta peraltro lo spreco di milioni di cartelle che vanno al macero, in uno ai solventi e materiali che le compongono e da alcuni ritenuti inquinanti e dannosi al pari di tutti i milioni di tagliandi privi di premio.
Si auspica, pertanto, una modifica anche al fine di ridurre il consumo di carta e l’utilizzo di materiali nocivi con i quali si forma la patina da grattare anche perchè ogni grattata disperde nell’ambiente le relative polveri inquinanti.
Con la eliminazione di un numero considerevole di biglietti verrebbe, sia pure in misura minima, salvaguardato l’ambiente che tutti oggi, a chiacchiere vogliono proteggere tanto che alcuni, addirittura, ne hanno fatto una battaglia politica.
Sarebbe interessante quindi conoscere in merito anche i pareri dei Ministri dell’Ambiente e della Finanza dell’attuale Governo e perché no anche di quello della Sanità atteso che il gioco d’azzardo patologico, definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia, è classificato, ormai, come una vera e propria malattia.
È un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi ed è considerato una vera e propria patologia tanto da dover essere curata anche con farmaci e/o terapie di ascolto da parte di Psichiatri e/o psicologi attese le negative conseguenze sociali, sanitarie ed economiche al pari dell’alcolismo, della dipendenza da stupefacenti, ecc.
Anche la Magistratura ha riconosciuto questa patologia allorquando si è trovata a giudicare persone affette dalla ludopatia che hanno commesso dei reati. La Cassazione, con motivazione giuridica e scientifica, ha pertanto escluso la colpevolezza per ludopatia al pari del vizio di mente che priva il soggetto agente delle capacità di intendere e/o di volere. (Cass. 33463/18) SEZ. VI PENALE – SENTENZA 18 luglio 2018, n.33463 –
La massima è così esplicitata: Il disturbo da gioco d’azzardo è un disturbo della personalità o disturbo del controllo degli impulsi destinato, come tale, a sconfinare nella patologia e ad incidere, escludendola, sulla imputabilità per il profilo della capacità di volere. Il reo al momento della contestata condotta appropriativa in stato di dipendenza da gioco patologica o G.A.P. (Gioco d’Azzardo Patologico) avrebbe risentito di un impulso irresistibile al gioco che, incidendo sulle sue capacità volitive, ne avrebbe comportato la non imputabilità dell’agire. E ciò comporta che il responsabile del reato va assolto.
A conferma che il fenomeno sta assumendo dimensioni che rischiano di non essere più controllabili si rileva che anche qualche Istituzione minore, come i Comuni, il mondo dei Media e dello Spettacolo iniziano ad interessarsi del problema per sensibilizzare l’opinione pubblica e dissuadere gli incalliti grattatori.
Di sicuro effetto in tal senso è il recente cortometraggio girato da Nino Frassica, (Ulisse) il protagonista di “Magic Show”, con il patrocinio del Comune di Vittoria (RG) e la sovvenzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, proprio per contrastare il grave problema della dipendenza da gioco o ludopatia. ”Le fiabe sono importanti anche per gli adulti, perché consentono di stabilire una connessione tra coscienza e inconscio, creando situazioni di paura, inadeguatezza e solitudine. Con lo stesso incanto infantile, in un territorio onirico ma vigile, le fiabe aiutano a credere che dentro di noi possediamo tutte le risorse e gli strumenti per affrontare la vita, soprattutto nelle difficoltà.”
Perciò giochiamo al gratta-gratta anche se non crediamo più alla Befana o a Babbo Natale ma crediamo invece alla favola del divenire in un sol colpo Miliardario, Turista per Sempre o almeno Milionario sulle parole del Vate “…che l’anima schiude novella, su la favola bella che ieri m’illuse, che oggi t’illude..” sostituendo all’amore il Dio Denaro. (G. D’Annunzio La Pioggia nel Pineto).
E allora chi crede nelle favole che questo Governo racconta ai propri cittadini continui pure a giocare ma sia almeno consapevole che la razionalità e la realtà non possono coesistere con un sogno, una speranza, con LA FIABA o con la FAVOLA di poter, con una sola grattata, trasformare la propria vita come promesso ed esposto a caratteri cubitali su ogni singolo biglietto.