I Paesi del Sahel potrebbero andare incontro ad un aumento delle temperature atmosferiche ben al di sopra della media attuale con una crescita stimata da qui al 2080, di 4,3 gradi centigradi se non verranno effettuati interventi urgenti. In un tale scenario le inondazioni, la siccità e le ondate di calore devastatrici cancellerebbero l’accesso all’acqua, al nutrimento e ai mezzi di sussistenza, amplificando i rischi di conflitti e spingendo le popolazioni a fuggire ad abbandonare le loro case, con un aumento delle migrazioni.
Secondo l ‘Onu dieci Paesi del Sahel tra i quali Burkina Faso, Cameroun, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigéria, Sénégal e Tchad le comunità dipendono dall’agricoltura e dalla pastorizia e sono molto vulnerabili ai cambiamenti climatici. L’insicurezza alimentare è già in crescita in queste zone e alla lunga i raccolti di mais, miglio e sorgo sono destinati a diminuire a causa degli choc climatici. “L’aumento delle temperature e le condizioni meteorologiche estreme nel Sahel stanno esacerbando i conflitti armati, che stanno già distruggendo i mezzi di sussistenza, aumentando l’insicurezza alimentare e causando sfollamenti”, ha dichiarato Andrew Harper, Consigliere speciale dell’UNHCR per l’azione per il clima.