Lo Stato Italiano promuove il gioco d’azzardo attraverso il cosiddetto Gratta e (non) vinci ed altre numerose forme di scommesse: slot machine, totocalcio, superenalotto, lotterie nazionali ecc., il tutto con il manifesto intento di offrire un colpo di fortuna ai pochi che risulteranno vincitori ed il paludato obiettivo di raccogliere milioni e milioni che confluiscono nelle casse dello Stato andando ad impinguare il magro Bilancio dello stesso.
A confermarlo è un’indagine svolta dall’Agenzia specializzata Agimeg e pubblicata dal settimanale L’Espresso. Stando ai dati raccolti, infatti, nel corso del 2015 il business di giochi e lotterie ha mosso circa 88 miliardi di euro, molto di più rispetto all’anno precedente (chiuso con 84 miliardi e 200 milioni di euro). E tra gli svaghi preferiti dagli italiani spicca il “gratta e vinci“. L’Italia è il Paese in cui si vendono più gratta e vinci al mondo: stampiamo un quinto dei biglietti di tutto il pianeta. In totale, compresi i biglietti vecchi ma ancora in voga, esistono 59 tipologie diverse di tagliando, con prezzi che vanno da 1 a 20 euro. Un giro d’affari che nel 2014 ha toccato quota 9 miliardi e 400 milioni di euro e che nel 2015 si stima intorno ai 9 miliardi.
La cifra è in costante aumento ogni anno.
Due premi su tre, numeri alla mano, però equivalgono al costo del biglietto. Una piccola gratificazione che spesso illude il consumatore e lo induce a giocare ancora, confidando nella dea bendata. Che però non può fare miracoli. Per fare degli esempi concreti: quante possibilità ci sono di grattare il premio più ghiotto (500mila euro) di un “Nuovo Miliardario”? Una su 5 milioni e 280 mila biglietti, lo 0,000013 per cento. E quante probabilità esistono di mollare tutto e diventare “Turista per sempre”? Una su 2 milioni e 880 mila, lo 0,000035 per cento. Ma questi dati sul tagliando non sono esposti.
Il Gratta e (non) vinci è quello che quotidianamente più coinvolge una mole notevole di cittadini di ogni fascia sociale e di età e determina anche conseguenze ritenute dallo stesso Stato pericolose e deleterie, addirittura anche per la salute dei cittadini, tanto che recentemente è stato emanato il cosiddetto Decreto Dignità che impone che sui biglietti sia scritto, come per le sigarette, che il gioco può determinare dipendenza anche se in circolazione ci sono ancora tagliandi delle lotterie non più attive e senza alcuna scritta.
Salvo qualche sporadico articolo interessante rinvenibile su internet nessuno quasi ne parla ed ancor meno il Governo che introita ingenti somme quali percentuale sul totale giocato.
Il Gratta e (non) Vinci si gioca sempre, a qualsiasi ora, giorno, mese, anno e il prurito solleticatorio della grattata può giungere in qualsiasi momento della giornata ed ovunque ognuno si trovi e per qualsiasi fascia di età: al Bar, al Tabaccaio, sull’Autostrada, al Ristorante, all’Edicola ecc.
Manca solo che consentano di venderlo anche nelle Farmacie.
Il sistema di gioco è semplice. Devi grattare le varie caselle a seconda dei giochi che vengono sistemicamente proposti con vesti tipografiche ed allegorie o allusioni a vincite miliardarie sempre diversi e per stare alla moda suggerita e/o seguita dai media e dai social.
Quindi dopo aver grattato e trovato un numero coincidente con quello inserito tra quelli fortunati trovi la scritta premio, dunque, hai vinto. No!
Convinto di ciò, pertanto, Ti rechi alla Cassa dell’esercizio per ritirare la vincita ma nella ipotesi in cui, la vincita sia pari alla posta che tu hai puntato Ti accorgi, non solo, di non avere vinto niente perché ti viene restituita la puntata, ma anche che sei stato illuso, preso in giro, gabbato, ecc.
La percentuale di una situazione simile è impressionante; nell’ultima lotteria istantanea, indetta il 5 settembre scorso, da 2 euro, ci sono, 5.356.800 tagliandi che indicano come “(non) premi”, 2 euro pari alla posta il tutto su un totale di 9.804.505 premi pari al 54,94% gratta emessi.
Sistematicamente avviene che colui che ha deciso di effettuare anche una sola giocata e riceve in restituzione la somma che ha puntato ha già destinato quella somma come persa per cui torna a giocare e al cento per cento gratterà una scheda senza alcun numero fortunato lasciando quindi allo Stato l’intera posta con il rischio, scientificamente provato, che una simile condizione può indurlo a contrarre la cosiddetta LUDOPATIA o AZZARDOPATIA e divenendo in tal guisa un futuro accanito giocatore con profitto per lo Stato e danno per se stesso.
Esiste una norma nel codice penale vigente in Italia che è l’art. 640. Essa prevede che chiunque, mediante artifizi o raggiri, induce taluno in errore procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto è punito con la pena della reclusione…..