0
SERGIO MATTARELLA CON EMMANUEL MACRON

Mattarella e Macron spengono i fuochi. Trattato del Quirinale non De Bello Gallico

martedì, 15 Novembre 2022
1 minuto di lettura

La guerra diplomatica tra Francia e Italia può finire prima di cominciare. I due Presidenti hanno rilanciato la “piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione Europea”. Chi già pregustava di qua e di là delle Alpi uno scontro tra cugini e tra opposte maggioranze politiche rimarrà deluso. L’interesse dei due Paesi è collaborare anche sul tema dei migranti: è l’unico modo per evitare a Macron gli attacchi crescenti di Marine Le Pen e a Meloni il rischio dell’isolamento su un tema su cui l’Italia non può far valere le sue sacrosante ragioni da sola o in compagnia soltanto di Grecia, Malta e Cipro. Ora tocca a Meloni indicare la linea, tra la prudenza di Tajani e l’oltranzismo di Salvini.

A differenza di Macron, Mattarella non è capo dell’Esecutivo e quindi non può intervenire su ministri che parlano a sproposito. Ma, poiché ratifica i Trattati internazionali, ha il diritto di richiamare al loro rispetto. Ed è quello che ha fatto implicitamente nel comunicato congiunto con l’Eliseo.

In sintonia con Mattarella, il ministro degli Esteri ha spiegato ai suoi colleghi europei che l’immigrazione va affrontata dell’Ue mai contro qualcuno ma per trovare le giuste soluzioni che richiedono tempo. Non c’è nessun problema con la Francia e non ci saranno ripercussioni su alti dossier europei, tranquillizza il ministro degli Esteri con un equilibrato linguaggio diplomatico, come si conviene al suo ruolo e anche alla delicatezza del tema.

Che non deve diventare materia per scorribande politiche e strumentalizzazioni per raccattare consensi. Non siamo più in campagna elettorale.

Le posizioni estreme vanno isolate sia nella maggioranza che nell’opposizione. Sarebbe importante se  fossero proprio i partiti che non fanno parte della maggioranza a uscire allo scoperto e a proporre al governo un tavolo comune per affrontare una volta per tutte questo problema sottraendolo al gioco delle parti e facendo parare l’Italia con una sola voce a Bruxelles. Ma per fare questo, soprattutto il Pd dovrebbe superare vecchie impostazioni e guardare  con realismo ad un problema che non si risolve con slogan e a cui l’opinione pubblica è molto sensibile.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti

Mattarella: “Hamas non rappresenta i palestinesi”

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, durante un incontro a…

Al Quirinale il giuramento dei nuovi Giudici della Corte Costituzionale

Questa mattina al Palazzo del Quirinale si è svolta la…