Il direttore del Centro Studi Confindustria Alessandro Fontana, nel suo intervento al Forum Piccola Industria Confindustria “Imprese in transizione. Nuove rotte per le PMI” ha ribadito che la crescita del Pil italiano acquisita per il 2022 è al +3,9%, ma che il caro energia può generare impatti negativi sull’economia e la competitività del Paese.
“Con ben 7 trimestri consecutivi di crescita abbiamo superato il livello pre-pandemia dell’1,8% (più di Francia e Germania). In Italia costruzioni, industria, consumi delle famiglie hanno spinto la risalita nei primi due trimestri del 2022, con un contributo significativo dei servizi nel terzo trimestre”, ha sottolineato Fontana. “Il caro-energia però può avere impatti a cascata sull’ economia e la competitività del Paese a causa degli elevati costi per imprese e famiglie italiane, dell’inflazione record in Italia e nell’Eurozona, dei tassi di interesse in forte rialzo, sia BCE che di mercato (BTP) e dell’allargamento degli spread sovrani nell’Eurozona, sotto la parità rispetto al dollaro. Fattori che rischiano di minare la capacità delle imprese italiane di competere nei mercati internazionali”, ha evidenziato Fontana.
Il prezzo del gas e dell’elettricità, per usi industriali è maggiore in Italia rispetto a Francia, Germania e Spagna, ha ricordato Fontana, spiegando che nel 2022 l’Italia ha subìto il rincaro maggiore del gas per usi non domestici (+224% dal pre-Covid), seguito da Spagna (+158), Francia e Germania. Per l’elettricità, è seconda alla Spagna (+84) ma più di Francia (+59) e Germania (+36).
La bolletta energetica per le imprese italiane sale quest’anno da 76 miliardi del 2018-2019 a 171. Nella manifattura passa da 30 a 73 (Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati Arera). Dopo il recupero del 2021, in Italia il livello di liquidità rispetto alle esigenze operative si sta deteriorando. Il calo è più significativo per le PMI. Il rendimento del BTP a 10 anni è salito a 4,25% in media a novembre, da 0,97% a fine 2021, sulla scia dei rialzi BCE.