Saranno necessari ai Paesi del sud del mondo più di 2mila miliardi di dollari all’anno entro il 2030 per finanziare la loro azione per il clima. Lo rivela il rapporto commissionato dalla presidenza della Cop27 appena pubblicato. Gli investimenti nei mercati emergenti e nei Paesi in via di sviluppo, esclusa la Cina, dovrebbero essere utilizzati per ridurre le emissioni, costruire resilienza, far fronte ai danni causati dai cambiamenti climatici e ripristinare la terra e la natura. La somma totale necessaria per questi obiettivi dovrebbe raggiungere circa 2,4 trilioni di dollari all’anno e di questi, 1.000 miliardi dovranno venire da finanziamenti esterni grazie a investitori, Paesi sviluppati e istituzioni multilaterali. Il resto verrebbe da finanziamenti all’interno di questi Paesi, privati o pubblici.
Per garantire finanziamenti esterni “il mondo ha bisogno di una svolta e di una nuova tabella di marcia per i finanziamenti per il clima”, scrivono gli economisti Vera Songwe, Nicholas Stern e Amar Bhattacharya. “Potenti effetti moltiplicatori possono emergere dai punti di forza complementari di tutte le fonti di finanziamento”, sottolineano. Il rapporto propone strade concrete come una riorganizzazione delle banche multilaterali di sviluppo e un aumento dei prestiti a tasso basso o zero dei Paesi sviluppati.