mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Rave party e il nuovo reato. La parola al Parlamento

L’articolo 434-bis del codice penale è stato introdotto con decreto legge, perché il  Governo, ha  ravvisato i motivi di necessità ed urgenza per prevenire e reprimere  i cosiddetti rave party che rientrano  nella fattispecie individuata dal titolo del reato “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la sanità pubblica”, che così reca: “L’invasione per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o di edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.

È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione.”

Il decreto legge prevede anche l’applicazione da parte dell’autorità giudiziaria delle misure di prevenzione personali previste nell’articolo 4, comma 1, del Codice delle leggi antimafia di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n.159, con l’aggiunta della lettera “i-quater) ai soggetti indiziati del delitto di cui all’articolo 434-bis del codice penale.” Tale articolo 434-bis del codice penale nasce dalla necessità di dare adeguata tutela giuridica a favore di soggetti pubblici e privati al verificarsi dei presupposti in esso previsti, non contemplati nel successivo articolo 633 dal titolo “Invasioni di terreni o edifici” che, prevede presupposti diversi, minori sanzioni e la perseguibilità del reato a querela della persona offesa. Il Parlamento in fase di conversione in legge ha la possibilità di modificare il testo varato dal Governo e la stessa Presidente del Consiglio Meloni si è detta disposta ad accogliere proposte che rendano la norma penale introdotta funzionale a reprimere  comportamenti illeciti specifici, senza violare alcun diritto costituzionale.

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