domenica, 22 Dicembre, 2024
Società

Confcommercio chiede nuove misure per il lavoro

Riduzione del costo del lavoro, riforma degli ammortizzatori sociali e interventi per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori. Sono queste alcune delle richieste di Confcommercio al muovo Governo. All’incontro tra le parti sociali e il ministro del Lavoro Marina Calderone i commercianti hanno illustrato le loro proposte. Per Confcommercio presenti la vicepresidente incaricata per il lavoro e il welfare Donatella Prampolini, e il segretario generale Luigi Taranto. Per far fronte al particolare periodo storico, secondo Confcommercio è necessario che l’aumento graduale dei costi per le imprese, connessi alla riforma degli ammortizzatori sociali, sia prorogato fino a tutto il 2023, come pure la necessità di dare forma compiuta all’applicazione del principio bonus/malus all’impianto della riforma, che incida non solo sulla contribuzione addizionale ma anche su quella ordinaria.   Inoltre, in uno scenario fortemente condizionato dagli oneri per ammortizzatori sociali, nonché dall’impatto dei costi energetici sugli oneri di sistema delle imprese, per dare spinta e slancio ai rinnovi dei Ccnl dei settori pesantemente condizionati dalla situazione attuale, la confederazione evidenzia la necessità di decisi interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, e di misure di detassazione degli aumenti contrattuali.

Per valorizzare le azioni di welfare, occorre potenziare le attuali misure in scadenza il prossimo 31 dicembre che prevedono esenzioni, confermando l’inclusione – tra le somme agevolate – di quelle erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche. In tema di fondi sanitari di secondo pilastro, Confcommercio segnala l’esigenza di rafforzarne ruolo e funzione, a partire da una equiparazione del regime fiscale agevolato previsto per le forme pensionistiche complementari.

Analogamente, c’è la necessità di assicurare ai professionisti non ordinistici iscritti alla gestione separata Inps e, in linea generale a tutti i lavoratori autonomi, la piena deducibilità dei contributi destinati non solo ai fondi integrativi puri del Ssn, ma alla totalità delle forme di sanità integrativa. Riguardo al tema previdenziale occorre avviare un percorso che, pur ripristinando un meccanismo di flessibilità in uscita, garantisca la sostenibilità complessiva del sistema ed una stabilità futura delle norme che consenta una migliore programmazione del futuro sia per le aziende che per gli stessi lavoratori.

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