“L’Associazione Italiana Avvocati dello Sport non vede differenze nelle prestazioni di uomini e donne e considera discriminatori obblighi imposti in maniera differenziata e privi di adeguata e trasparente giustificazione, perché è necessario difendere e tutelare la libertà individuale di ogni persona che intenda praticare sport o assistere a manifestazioni sportive”. L’Aias, per bocca del suo presidente Salvatore Civale, della coordinatrice della Commissione Donne e sport Maria Luisa Garatti e di Giorgio Sandulli, socio dell’associazione e coordinatore del Master a La Sapienza in diritto e sport, prende posizione sul caso Rekabi. L’atleta iraniana, nelle scorse settimana, è stata al centro di un caso per aver partecipato ai campionati asiatici in Corea del Sud, alla prova di arrampicata sportiva nella specialità boulder, senza indossare il velo e ora si troverebbe agli arresti domiciliari. “Ogni individuo ha il diritto di esprimere la propria libertà e le donne devono poter praticare sport senza costrizioni di sorta. A tal fine l’Associazione Italiana Avvocati dello Sport, insieme a tutti i suoi soci, dialoga con istituzioni, operatori, atlete e atleti, appassionati. A volte – si legge in una nota – singoli episodi assumono un valore mediatico superiore e lo sport è capace di veicolare messaggi positivi come niente altro al mondo e anche per questo Aias auspica che la vicenda di Elnaz Rekabi veda una reazione coordinata e tempestiva per ottenere risposte complete ed efficaci”.
L’Aias auspica che “le istituzioni sportive nazionali e internazionali ribadiscano che tutti coloro che partecipano del Movimento olimpico sono tenuti a rispettare i diritti fondamentali, le libertà individuali e la libera pratica sportiva e le istituzioni internazionali chiedano informazioni trasparenti e riscontri affidabili su quanto sta accadendo e quanto accadrà a questa atleta”. “Auspichiamo infine che in risposta ad episodi e condizioni che non garantiscano tutti i diritti fondamentali e tutte le libertà individuali di atleti e spettatori di ogni genere, razza, religione e condizioni sociali, di qualsiasi tipo siano, faccia seguito la rapida adozione di provvedimenti adeguati ed efficaci. Nella speranza di continuare a vedere Elnaz Rekabi, e atlete e atleti come lei, partecipare liberamente alle prossime competizioni nei termini e alle condizioni che ritengono più consone e adeguate al contesto e alla propria persona”. (ITALPRESS).