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Offendere le istituzioni? Una vergogna prima che un reato

sabato, 29 Ottobre 2022
1 minuto di lettura

L’articolo 290 del nostro codice penale recita: «Chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo, o la Corte costituzionale o l’ordine giudiziario, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La stessa pena si applica a chi pubblicamente vilipende le forze armate dello Stato o quelle della liberazione».

Ho già avuto modo di scrivere che alcune scelte scellerate del nostro paese in tema di energia, economia, giustizia, dei governi passati, nei quali potrebbe anche incorrere, per carità, il governo appena insediato, hanno prodotto un pericoloso quadro di difformità sociali che è stato altrettanto pericolosamente sottovalutato fino ad oggi.

Inoltre, durante la campagna elettorale recente, i toni esasperati della politica hanno prodotto altrettanto pericolose pregiudiziali ideologiche verso presunti fascisti o presunti comunisti, inesistenti estremismi di destra o sinistra, teorie che però purtroppo stanno generando un loro riverbero quando Governo e Parlamento si sono rispettivamente insediati. Giova ricordare, a seguito di elezioni democratiche, con un sistema elettorale forse da riformare, ma che non ha sicuramente prodotto truffe e frodi alla coscienza degli italiani. Non siamo fortunatamente in stati autocratici, e al di là del merito delle opinioni politiche di ciascuno, chi si occupa di sicurezza deve mettere in guardia dalle esasperazioni di qualsiasi natura e colore, che conducono a disordini e reati.

Le offese e minacce al Presidente del Senato, qualunque sia il suo cognome, è attacco alle Istituzioni, prima che a Lui.

Per cortesia, comunque, ci si astenga dal toccare le Forze dell’Ordine. Senza di loro, sottovalutate spesso dal sistema, saremmo assai meno sicuri. E se si vuole la democrazia, anche delle idee, si rifletta tante volte prima di parlare. Le regole di ingaggio dell’ordine in Italia sono tra le più ferree del mondo, tanto che quando gli abusi ci sono stati, perché tutti possono sbagliare, sono stati e saranno sempre puniti. Ma non inventiamo pericoli e mostri che non ci sono, soprattutto in un periodo storico in cui ci sono molte vere insidie per le democrazie occidentali di cui stiamo avendo tristi e palmari evidenze.

*Direttore Centro Ricerca su Sicurezza e terrorismo

Ranieri Razzante*

Dottore commercialista e Revisore dei conti, Avvocato in Roma.
Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa.
Docente di “Intermediazione finanziaria e Legislazione antiriciclaggio” nell’Università di Bologna (sede di Forlì), e di “Diritto dell’Economia” presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.
Docente titolare altresì di “Legislazione antiriciclaggio e antiterrorismo” presso gli Istituti di Istruzione delle Forze dell’ Ordine.
È stato Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia.
Fondatore e Presidente dell’Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio (AIRA). Dirige il “Centro di Ricerca sulla Sicurezza ed il Terrorismo” (CRST) in Roma.
Opinionista TgCom 24 e Rai su tematiche legate alla Sicurezza e alla Geopolitica.
Direttore delle riviste “Diritto penale della globalizzazione” e “Antiriciclaggio & Compliance”.

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