domenica, 15 Dicembre, 2024
Politica

Governare per cinque anni. “Libertà, mai simpatia per il fascismo”

Un discorso politico, pragmatico e onesto. Con un filo conduttore che ha attraversato la proposta di programma e la richiesta di fiducia, quello sulle regole della democrazia, sul rispetto delle istituzioni, sul valore degli uomini e delle donne che hanno lottato per la libertà e l’Italia.

Il discorso di una “sfavorita”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri alla Camera per illustrare il programma di Governo e la richiesta di fiducia, ha indicato ciò che non va e ciò che sarà realizzato per il Paese. Un discorso iniziato con i ringraziamenti rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al suo predecessore il presidente del Consiglio Mario Draghi, alle donne protagoniste di storie istituzionali e civili, fino a concludere dopo i capitoli programmatici, con una orgogliosa personale osservazione sulla sua scalata al potere. “Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici”.

Mattarella, Draghi e le Donne

Nel suo discorso programmatico e la fiducia al suo Governo, Giorgia Meloni ha esordito con i suoi “sinceri ringraziamenti” al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che “nel dare seguito all’indicazione degli italiani non mi ha fatto mancare i suoi preziosi consigli”. Nei confronti del suo predecessore, il presidente Mario Draghi che, “tanto a livello nazionale quanto a livello internazionale ha in queste settimane offerto tutta la sua disponibilità perché vi fosse un passaggio di consegne veloce e sereno”. “Il mio ringraziamento, il più sentito”, ha scandito il neo premier, “va al popolo italiano, a chi ha deciso di non mancare l’appuntamento elettorale e ha espresso il proprio voto”.

Le donne e il “tetto di cristallo”

Giorgia Meloni ha voluto sottolineare l’impegno e il ruolo di quelle donne che “hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”. “Tra i tanti pesi che sento gravare sulle mie spalle”, ha sottolineato Giorgia Meloni “oggi, non può non esserci anche quello di essere la prima donna a capo del governo in questa Nazione”. “Quando mi soffermo sulla portata di questo fatto”, ha detto il presidente del Consiglio, “mi ritrovo inevitabilmente a pensare alla responsabilità che ho di fronte alle tante donne che in questo momento affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento o il diritto di vedere apprezzati i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche”, ha fatto presente, “con riverenza, a coloro che hanno costruito con le assi del proprio esempio la scala che oggi consente a me di salire e rompere il pesante tetto di cristallo posto sulle nostre teste. Donne che hanno osato, per impeto, per ragione, o per amore. Come Cristina (Trivulzio di Belgioioso), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori) o Grazia (Deledda) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese.

Eppoi Tina (Anselmi), Nilde (Jotti), Rita (Levi Montalcini), Oriana (Fallaci), Ilaria (Alpi), Mariagrazia (Cutuli), Fabiola (Giannotti), Marta (Cartabia), Elisabetta (Casellati), Samantha (Cristoforetti), Chiara (Corbella Petrillo). Grazie! Grazie per aver dimostrato il valore delle donne italiane, come spero di riuscire a fare anche io”.

Istituzioni, emozione e rispetto

Nelle dichiarazioni programmatiche del Governo il presidente del Consiglio ha voluto sottolineare il suo impegno e rispetto verso le istituzioni. “Io sono intervenuta molte volte da deputata, da vicepresidente della Camera, da ministra”, ha ricordato il premier, “Eppure la solennità è tale da non essere mai riuscita a intervenire senza sentimenti di emozione e profondo rispetto. Vale a maggior ragione oggi che, come premier, sono qui per chiedervi di esprimervi sulla fiducia a un governo da me guidato. Sarà una grande responsabilità”

Governo politico e coraggioso

Prima di entrare nei temi programmatici, la presidente del Consiglio ha fatto una osservazione politica. “Gli elettori hanno scelto il centrodestra. Manterremo quegli impegni. So bene che ad alcuni osservatori e all’opposizione non piaceranno molte”. “Ma non assecondo quella deriva per cui la democrazia è più per qualcuno e meno per qualcun altro”. “Diamo vita a un governo pienamente politico”, ha evidenziato Meloni, “assumendoci tutte le responsabilità: anteporremo l’interesse nazionale a quello di parte e di partito, vogliamo liberare le migliori energie di questo paese e garantire un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere. Se per farlo dovremo scomodare potentati o fare scelte che non possono essere condivise da subito da alcuni cittadini non ci tireremo indietro perché il coraggio non ci difetta. Manterremo gli impegni presi con i cittadini”.

In Occidente con i suoi valori

“L’Italia”, ha ricordato il presidente del Consiglio, “è a pieno titolo parte dell’Occidente e del suo sistema di alleanze: è stato fondatore Ue, dell’alleanza altantica, parte del G7 e culla insieme alla Grecia della civiltà occidentale e del suo sistema di valori, libertà uguaglianza e democrazia” e alle sue radici “classiche e giudaico-cristiane”.

“Ringrazio i tanti che mi hanno augurato buon lavoro. Non mi sfugge la curiosità per la postura che avrà l’Italia nell’Europa, dentro le istituzioni, perché quello è il luogo in cui farà sentire forte la sua voce”. In un passaggio il premier ringraziando i vertici istituzioni europee dal presidente Michel, alla presidente von der Leyen a Metsola, ha ricordato di sentirsi: “eredi di San Benedetto, patrono dell’intera Europa”

Europa, siamo uniti contro la crisi

L’obiettivo del governo ha fatto presente Giorgia Meloni, “non è frenare o sabotare l’integrazione europea ma contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia in risposta alle crisi”.  “L’Italia negli anni ha saputo dimostrare affidabilità a partire dalle tante missioni internazionali delle quali siamo stati protagonisti. E voglio per questo ringraziare le donne e gli uomini delle nostre Forze Armate per aver tenuto alto il prestigio dell’Italia nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita: la Patria vi sarà sempre riconoscente”.

“Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato”, ha annunciato Meloni, “È quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica”.

“Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema”.

Sostegno a famiglie e imprese

Su bollette ed energia, ha promesso il premier, si dovrà anche a livello nazionale “rafforzare le misure a sostegno di famiglie e imprese”. Meloni ha parlato di un “sostegno imponente per creare un argine al caro energia che ci costringerà a rinviare alcuni provvedimenti”.

Battere l’inflazione, ridurre l’IVA

Il premier ha parlato di misure concrete, “che dettaglieremo nella prossima legge di bilancio, sulla quale siamo già al lavoro”.

Contro l’inflazione, ha detto: “è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale. Allo stesso tempo dobbiamo riuscire ad allargare la platea dei beni primari che godono dell’IVA ridotta al 5%”.

Bce, sui tassi scelta azzardata

Una sottolineatura polemica è stata rivolta verso la decisione che ha assunto “la Bce, al pari di altre banche centrali, per la prima volta dopo 11 anni, a rialzare i tassi di interesse” è “da molti reputata scelta azzardata e che rischia di ripercuotersi sul credito bancario a famiglie e imprese, e che si somma a quella già assunta dalla stessa Banca centrale di porre fine, a partire dal 1° luglio 2022, al programma di acquisto di titoli a reddito fisso sul mercato aperto, creando una difficoltà aggiuntiva a quegli Stati membri che hanno un elevato debito pubblico”.

Pnrr straordinaria occasione

Sul Piano nazionale di Ripresa il presidente del Consiglio ha ribadito la straordinaria spinta verso l’innovazione. “Il Pnrr è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio”, ha evidenziato Meloni, “La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria. Basti pensare che la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal Pnrr a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso”.

“Spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU”, promette il premier, “senza ritardi e senza sprechi, e concordando con la Commissione europea”, fa presente il premier, “gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica. Perché queste materie si affrontano con un approccio pragmatico, non ideologico”.

Sud, il paradiso delle rinnovabili

“E la nostra Nazione, in particolare il Mezzogiorno, è il paradiso delle rinnovabili, con il suo sole, il vento, il calore della terra, le maree e i fiumi. Un patrimonio di energia verde”, illustra Giorgia Meloni, “troppo spesso bloccato da burocrazia e veti incomprensibili. Insomma, sono convinta che l’Italia, con un po’ di coraggio e di spirito pratico, possa uscire da questa crisi più forte e autonoma di prima”.

Pronta anche a non essere rieletta

Un impegno che il presidente del Consiglio intende portare avanti anche se diverrà impopolare.

“Sono pronta a fare quello che va fatto, a costo di non essere compresa, perfino non essere rieletta, per rendere il destino di questa nazione più agevole”.

“La strada per ridurre debito non è la cieca austerità o avventurismi creativi”.

Investimenti non predazioni

“L’unica strada”, per Giorgia Meloni, è la crescita strutturale”. Per questo, spiega: “siamo aperti agli investimenti esteri, ma senza “logiche predatorie”.

“Siamo nel pieno di una tempesta”, ha ricordato, “con un’imbarcazione che ha subito diversi danni, e gli italiani hanno affidato a noi il compito di condurre la nave in porto in questa difficilissima traversata”.

Fisco, tre riforme necessarie

“Da questa rivoluzione copernicana dovrà nascere un nuovo patto fiscale”, ha evidenziato il premier, “che poggerà su tre pilastri. Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all’insegna dell’equità: riforma dell’Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare ed estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull’incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente: una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato”.

Tregua fiscale per Pmi e cittadini

“Il secondo punto del patto fiscale”, ha indicato il presidente del Consiglio, “sarà una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”.

Lotta agli evasori totali

“Il terzo punto del patto fiscale”, ha proseguitò Giorgia Meloni, “sarà “una serrata lotta all’evasione fiscale, a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva”, il premier ha sollecitato una “vera lotta all”evasione non caccia al gettito”, e sarà “accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”.

Costituzione e riforma presidenziale

“Siamo fermamente convinti del fatto che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare. Una riforma”, spiega Giorgia Meloni, “che consenta all’Italia di passare da una “democrazia interloquente” ad una “democrazia decidente”. Sulla riforma del presidenzialismo ha ribadito: “vogliamo confrontarci su questo con tutte le forze politiche presenti in Parlamento, per giungere alla riforma migliore e più condivisa possibile. Ma sia chiaro che non rinunceremo a riformare l’Italia di fronte ad opposizioni pregiudiziali. In quel caso ci muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato dagli elettori per quello che è riuscito a fare”.

“Vogliamo partire dall’ipotesi di semipresidenzialismo sul modello francese, che in passato aveva ottenuto un ampio gradimento anche da parte del centrosinistra”

Mezzogiorno è l’ora dello sviluppo

Il tema dello sviluppo del Sud resta nell’agenda del presidente del Consiglio una priorità. “Sono convinta che questa svolta sia anche l’occasione migliore per tornare a porre al centro dell’agenda Italia la questione meridionale. Il Sud non più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lavoreremo sodo”, annuncia Meloni, “per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita. Dobbiamo riuscire a porre fine a quella beffa per cui il Sud esporta manodopera, intelligenze e capitali”.

Il cordoglio per le Marche

Una priorità resta il clima. “Servono investimenti strutturali”, propone il premier, “per affrontare l’emergenza climatica, le sfide ambientali, il rischio idrogeologico e l’erosione costiera, e per accelerare i processi di ricostruzione dei territori colpiti in questi anni dai terremoti e da calamità naturali, come la drammatica alluvione che nella notte tra il 15 e il 16 settembre ha sconvolto la Regione Marche. Consentitemi”, osserva Il presidente del Consiglio, “insieme a tutti voi, di rinnovare qui il cordoglio per le vittime e la vicinanza a tutta la comunità: siamo al vostro fianco e non vi abbandoneremo, contate su di noi”.

Reti, la proprietà è pubblica

“Intendiamo tutelare le infrastrutture strategiche nazionali assicurando la proprietà pubblica delle reti”, conferma Giorgia Meloni, “sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. La transizione digitale, fortemente sostenuta dal Pnrr, deve accompagnarsi alla sovranità tecnologica, al cloud nazionale e alla cyber-security”.

Stato e sistema produttivo

“Perché tutti gli obiettivi di crescita possano essere raggiunti, serve una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo”, fa presente il premier, “che deve essere paritetico e di reciproca fiducia. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editto o decreto. E allora il nostro motto sarà ‘non disturbare chi vuole fare'”.

Il lavoro contro la povertà

“C’è una povertà dilagante”, osserva Giorgia Meloni, “Sua Santità Papa Francesco, a cui rivolgo un affettuoso saluto, ha di recente ribadito un concetto importante: ‘La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”.

Aiuti sì, ma no sussidi a pioggia

“Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare”, sottolinea Meloni, “ma per gli altri, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro”. “Per come è stato pensato il RdC ha rappresentato”, scandisce il premier, “una sconfitta”

Previdenza, pensare ai giovani

“La priorità per il futuro sarà un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l’assegno solo in base al regime contributivo”, ha sollecitato Giorgia Meloni, che ha indicato nella mancata riforma della previdenza, “una bomba sociale che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori, che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli già inadeguati che si percepiscono attualmente”.

Istruzione, puntiamo sul merito

“Si è polemizzato sulla nostra scelta di rilanciare la correlazione tra istruzione e merito”, osserva ancora Meloni, “Rimango sinceramente colpita. Diversi studi dimostrano come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non dovesse premia il merito, perché quelle lacune non le colmerà nessun altro”.

Famiglia, diamo aiuti e tutele

“C’è un’altra istituzione formativa importante, forse la più importante. Ed è la famiglia. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità”, dice Meloni che propone, come uscire dalla glaciazione demografica”, serve, spiega, “un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società. Un nostro impegno” è “di aumentare gli importi dell’assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l’introduzione del quoziente famigliare”.

Incentivare il lavoro femminile

“Visto che i progetti familiari vanno di pari passo con il lavoro, vogliamo incentivare in ogni modo l’occupazione femminile, premiando quelle aziende che adottano politiche che offrono soluzioni efficaci per conciliare i tempi casa-lavoro e sostenendo i Comuni per garantire asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici. L’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale”.

Regimi e fascismi

Mai simpatia. Un chiarimento è arrivato su regimi e fascismo. “Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco”, ha voluto ribadire il premier, “E dunque, a dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto, non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso”, ha sostenuto Giorgia Meloni.

“Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei”. “E l’orrore e i crimini”, ha sottolineato Giorgia Meloni nel suo discorso sulla fiducia, “da chiunque vengano compiuti, non meritano giustificazioni di sorta, e non si compensano con altri orrori e altri crimini. Nell’abisso non si pareggiano mai i conti, si precipita e basta”.

Legalità e lotta alla mafia

“La legalità sarà la stella polare dell’azione di governo”, ha osservato il premier, “Ho iniziato a fare politica a 15 anni, il giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nella quale la mafia uccise Paolo Borsellino, spinta dall’idea che non si potesse rimanere a guardare, che la rabbia e l’indignazione andassero tradotte in impegno civico. Il percorso che mi ha portato oggi a essere Presidente del Consiglio nasce dall’esempio di quell’eroe”. “Affronteremo il cancro mafioso a testa alta”, ha ricordato, “”prima linea come ci hanno insegnato i tanti eroi che con il loro coraggio hanno dato l’esempio”. “I criminali avranno disprezzo e inflessibilità”.

Covid

Qualcosa non ha funzionato
”L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero Occidente”, ha ricordato il presidente del Consiglio, “arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello”.

Immigrazione, il Piano Mattei

Sulla immigrazione il premier annuncia un piano. “Forse la più importante cosa da fare sul fronte delle migrazioni è”, spiega Giorgia Meloni, “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano”. “Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Ue e nazioni africane”.

“Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che vogliamo fare”, osserva Meloni, “in rapporto a tema immigrazione è impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti”.

Mai limitare le libertà

“Diceva Montesquieu”, cita il premier Meloni, che: “La libertà è quel bene che fa godere di ogni altro bene”. “La libertà è il fondamento di una vera società delle opportunità; è la libertà che deve guidare il nostro agire; libertà di essere, di fare, di produrre. Un governo di centrodestra”, sottolinea il presidente del Consiglio, “non limiterà mai le libertà esistenti di cittadini e imprese. Vedremo alla prova dei fatti, anche su diritti civili e aborto, chi mentiva e chi diceva la verità in campagna elettorale su quali fossero le nostre reali intenzioni”.

Una navigazione non semplice

Nella conclusioni Giorgia Meloni non ha tralasciato di indicare le difficoltà. “Non sarà una navigazione semplice, quella del governo che si appresta a chiedere la fiducia del Parlamento”, ha osservato, “Per la gravosità delle sfide che saremo chiamati ad affrontare, ma anche per il pregiudizio politico che colgo spesso tra le analisi che ci riguardano. Credo che in parte sia persino giustificato. Sicuramente per la parte che mi riguarda. Sono la prima donna incaricata come presidente del Consiglio dei ministri nella storia d’Italia, provengo da un’area culturale che è stata spesso confinata ai margini della Repubblica, e non sono certo arrivata fin qui fra le braccia di un contesto familiare e di amicizie influenti”, ha sottolineato il premier, “Rappresento ciò che gli inglesi chiamerebbero l’underdog. Lo sfavorito, per semplificare, che per affermarsi deve stravolgere tutti i pronostici. Intendo farlo ancora, stravolgere i pronostici, con l’aiuto di una valida squadra di ministri e sottosegretari, con la fiducia e il lavoro dei parlamentari che voteranno favorevolmente, e con gli spunti che arriveranno dalle critiche di coloro che voteranno contro”.

Fare una Nazione migliore

“Con un unico obiettivo”, ha sottolineato infine il premier, “sapere che abbiamo fatto tutto quello che potevamo per dare agli italiani una Nazione migliore. A volte riusciremo, a volte falliremo, ma state certi che non ci arrenderemo, non indietreggeremo, e non tradiremo le speranze che in noi sono state riposte”

Il ricordo di Giovanni Paolo II

“Nel giorno in cui il nostro Governo ha giurato nelle mani del Capo dello Stato, ricorreva la memoria liturgica di Giovanni Paolo II. Un Pontefice, uno statista, un santo, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente”, ha ricordato il presidente del Consiglio, “Mi ha insegnato una cosa fondamentale, della quale ho sempre fatto tesoro”. “La libertà” diceva, “non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. “Io”, ha concluso Giorgia Meloni, “sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo”.

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