L’unità politica dei riformismi è oggi in Italia e in Europa l’autentica missione delle forze democratiche, non l’unità in sé delle Sinistre, e questo per evidenti ragioni:
- il progetto bolscevico è fallito da tempo immemorabile e purtroppo anche quello socialdemocratico è in crisi profonda. Restano vivi i fini sociali ma vanno organizzati intorno a un nuovo progetto politico e di governo, prima ancora intorno a una nuova cultura, quindi in una casa adeguata, soggetto unitario, meglio federativo, territorialmente radicato attraverso reali processi partecipativi e democratici;
- è dal progetto che si deve partire, pretendere di mettere insieme culture politiche sconfitte dalla storia, con la pretesa di allearle senza fini comuni è accanimento terapeutico e profonda incapacità di leggere i fatti della Storia;
- accanto al progetto, in percorsi direi paralleli, occorre lavorare alla fondazione di una cultura politica che sappia leggere i tempi; cultura che io vedo liberale, socialista e ambientalista. Sulla materia, progetto e cultura, è necessario aprire una discussione e un approfondimento.
Qualcosa ho già scritto a proposito in miei precedenti articoli, fra questi “Il cammino dell’Occidente verso libertà e giustizia sociale” pubblicato su La Discussione il 3 gennaio 2022; - le tattiche elettoralistiche vengono dopo e in questo occorre affermare due verità: l’attuale legge elettorale è la peggiore della storia della Repubblica, premia chi si unisce a prescindere dall’esistenza di un progetto di governo, ogni riferimento all’attuale composizione del Parlamento è puramente casuale;
fondamentale, per concludere, una regola fondativa di natura culturale, ABC degli studi e dell’azione politologica: la distinzione linguistica fra strategia e tattica.
Intanto, in assenza di un Centrosinistra candidabile al governo del Paese, auguro al costituendo governo ogni fortuna, nell’interesse degli italiani e di un’Europa politicamente più forte e coesa.