C’è un episodio che vorrei ricordare dei decenni passati, quando il Rettore di un’università americana si recò a visitare il “vice-chancellor” dell’università di Oxford. Quest’ultimo, alle dieci del mattino, seduto alla sua scrivania, senza telefono né segreteria, leggeva un libro in greco. Il Rettore visitatore gli chiese: “Ma chi governa questa università?”. L’altro gli rispose: “La tradizione!”. Come già ha avuto modo di sottolineare dalle pagine di questo quotidiano Attilio Bombardieri – Segretario Generale della UIL RUA, il settore università e ricerca della UIL, in preparazione del III Congresso Nazionale della UIL RUA stessa che si è svolto a Roma dal 19 al 21 settembre u.s. , è necessario “ripartire dalla conoscenza e dai saperi”.
La terza missione universitaria della conoscenza entra ormai a pienamente nella “quarta missione”, quella del rapporto con l’ambiente, le persone, e così nasce “l’ecologia della persona”. Il primato del pensare che si integra con l’esplorare e il generare. Esplorare nuove vie e generare nuove idee. Non è solo l’applicazione dei sistema di valori che Papa Francesco ci indica, nel senso che “il tempo è superiore allo spazio” ma che i nuovi equilibri geopolitici e le nuove transizioni in atto ci inducono a riflettere che “l’unità è superiore al conflitto”.
La società della conoscenza, dell’educazione, della scuola per certi versi, della ricerca e del sapere scientifico è imperniato di innovazione e tecnologia, e così siamo in presenza di una quarta dimensione, quella del web, dell’apprendimento nel digitale (vedi le digital university) e di una nuova universalità delle relazioni sociali ed istituzionali (public affairs). C’è una nuova transizione in corso, quella “antropologica”. È in corso una “nuova crisi” centrata sulla persona, dove sono entrate in conflitto le diverse dimensioni dell’essere umano: la salute, la gestione delle relazioni, il ruolo nel protagonismo attivo socio politico e socio economico. Sempre la relazione programmatica diffusa alla stampa da Attilio Bombardieri, diventa una piattaforma di studio e approfondimento. Il nervo centrale è la “co-produzione della conoscenza”, che è politicamente profonda consapevolezza di “con-partecipazione dei saperi”.
La terza missione della conoscenza e della “ricerca civica” anche nel campo relazionale dell’innovazione si apre all’umanesimo dell’impegno (citazione di J. Maritain). Ripartire dalla conoscenza è la “propria missione”, non l’unica missione, una missione “in funzione del territorio” dice Ferruccio Resta. Come ho già sostenuto nei miei interventi e pubblicazioni, “la società della conoscenza e dei saperi non è un vaso da riempire, ma una fiaccola da accendere”. Proviamo a ridisegnare l’orizzonte. Una conoscenza non più mascherata e contemplativa ma aperta, attiva e senza diseguaglianze. Una conoscenza per la persona, per il sapere, per il lavoro, per la società democratica. Vogliamo costruire il futuro e non solo collezionare ricordi. ”L’unico modo per predire il futuro, è quello di inventarlo” (Alan Key).