Le Nazioni sono sempre meno Unite proprio mentre i problemi sono sempre più globali. Il mondo è a pezzi ma gli umani fanno finta di non accorgersene. Guerre, clima, povertà, fame, pandemie, migrazioni, prezzi alle stelle, egoismi nazionali: addensano nubi sul futuro prossimo dell’umanità. La lista dei mali cresce ogni anno ma la grande famiglia dell’Onu è sempre più un luogo di fratelli-coltelli, di prepotenze e di sottovalutazione del disastro cui stiamo andando incontro. Le parole del segretario generale Guterres, sono un allarme estremo, un richiamo a tutti gli Stati a cambiare registro.
Il dialogo, soprattutto tra le grandi potenze, va a singhiozzo e la guerra scatenata da Putin lo sta rendendo impossibile. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è paralizzato da divisioni politiche che lo condannano all’impotenza.
Un esempio: ci sono centrali nucleari nel cuore dell’Europa che i russi utilizzano come basi militari o come obiettivi dei loro bombardamenti: basta che un missile sbagli di qualche metro e può succedere una catastrofe di proporzioni imprevedibili. Eppure, neanche di fronte a questo pericolo concreto il Consiglio di sicurezza dell’Onu interviene.
Guterres dice che così non si può più andare avanti. Il monito vale per tutti. Ma chiama in causa soprattutto la Cina che dovrebbe diventare protagonista, insieme agli Stati Uniti, di una nuova stabilizzazione degli equilibri mondiali invece di agire per contribuire a scassarli definitivamente. Se si continua così, il Palazzo di vetro diventerà un Palazzo di ghiaccio, dove il gelo scenderà inesorabilmente nelle relazioni internazionali e il peggio sarà alle porte.
Per invertire la rotta sarebbe necessaria una mobilitazione che -come è avvenuto per il clima- veda i giovani in prima fila. Sono le giovani generazioni che devono svegliare le coscienze intorpidite dei potenti della terra e chiedere ai loro governanti di non pensare alle guerre, agli imperialismi, agli interessi egoistici nazionali ma a creare le condizioni perché il nostro pianeta sia un luogo abitabile e non un inferno.