sabato, 16 Novembre, 2024
Sanità

Sempre più infermieri lasciano la sanità pubblica

1.780 euro al mese di stipendio, compresi i premi e gli straordinari che non sempre vengono pagati, dal momento che in numerose Regioni le retribuzioni degli orari “extra”, come in Sardegna, sono un’utopia. È questa l’amara realtà dell’infermiere italiano nel 2022 che decide di restare nella sanità pubblica.    “L’infermiere in Italia è sottopagato, dilaniato da turni massacranti, speranzoso di una valorizzazione economica che ancora deve fare grandi passi per potersi dire compiuta e queste spesso sono le cause di abbandono della sanità pubblica da parte della professione. Ma i paradossi, nella sanità italiana, sono davvero all’ordine del giorno, e quello che sta accadendo, negli ultimi mesi, in territori come il Piemonte e l’Emilia-Romagna, ma siamo certi che non si tratta di casi isolati, ha dell’incredibile e va doverosamente raccontato”. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

“Cominciamo dal Piemonte dove sembrano aumentare i casi di medici che si licenziano dal sistema pubblico e si appoggiano alle cooperative. Incredibile ma vero, di fronte alla mancanza di personale, un’azienda sanitaria come quella piemontese arriva a pagare un medico esterno, fino a 120 euro l’ora. A raccontarcelo sono i nostri referenti locali, che denunciano una situazione assolutamente incomprensibile. In Emilia-Romagna si verificano casi simili e riguardano gli infermieri, ma non sono legati alle cooperative, dove certo un professionista non può permettersi di farsi pagare 120 euro all’ora come un medico” ha aggiunto.

“Insomma, pare evidente che, viste le proposte poco edificanti che la sanità pubblica continua a riservare agli infermieri, tra avvisi di assunzione sempre più deserti, e corsi di laurea per infermieri che nell’anno accademico 2022-2023 denunciano quasi il 10% di giovani candidati in meno rispetto all’anno precedente, la responsabilità non è certo di chi decide di “invertire la rotta”, ma di un sistema profondamente malato e distorto che consente tutto questo e continua a compiere l’infelice e triste scelta di non pagare adeguatamente i suoi dipendenti, spingendoli a licenziarsi, salvo poi essere costretto a richiamarli, questa volta come libero professionisti, pagandoli molto di più di quanto non gli desse precedentemente. È davvero questo il modo di ricostruire il nostro sistema sanitario?”, ha concluso.

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