“Bisogna costruire una cultura del rischio il cui fine è sapere, nel momento dell’emergenza, cosa fare.
Igiapponesi insegnano ai bambini come comportarsi in caso di terremoto: noi dovremmo fare la stessa cosa, comune per comune, a seconda delle criticità dei territori”. Lo dice, in un’intervista al quotidiano Repubblica, Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr. “Siamo un Paese con un forte dissesto idrogeologico – aggiunge – è necessario sapere prima quali sono i fenomeni che ci attendono e quali i più rischiosi. E serve anche una cultura della legalità contro l’abusivismo edilizio”. “Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici dal 2017 è in attesa di autorizzazione. È pronto: se fosse in funzione sbloccherebbe i piani municipali, quelli che davvero servono in caso di fenomeni estremi, perché dopo l’alert della Protezione civile solo il sindaco può sapere dove agire”. Però certi eventi meteo non sono semplici da prevedere…
“Fenomeni convettivi come quelli delle Marche sono molto difficili da prevedere ma ci possono essere indicazioni sulle condizioni di rischio. Localizzare l’alluvione lampo a volte è fattibile solo pochissime ore prima e seguendo il radar con una unità operativa molto accurata…”.
(ITALPRESS).