Una sanità pubblica, equa, solidale e universalistica che produce e non consuma ricchezza. È uno dei punti del “Manifesto per la nuova sanità” presentato alla politica, in vista delle prossime elezioni, dalle federazioni della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale. “Avendo letto i programmi elettorali, ci siamo resi conto che si parla poco di sanità e all’interno del tema sanità non si parla per niente di ospedali, di livelli essenziali di assistenza, della grave crisi che sta attraversando il nostro Servizio Sanitario Nazionale”, ha spiegato Guido Quici, presidente Federazione Cimo-Fesmed.
“Soprattutto dei medici che stanno fuggendo dagli ospedali, di conseguenza è chiaro che la nostra richiesta è quella di lavorare affinché i medici lavorino con serenità negli ospedali, non fuggano, che i cittadini abbiamo le prestazioni che non hanno avuto negli ultimi anni per i grandi tagli che ci sono stati e naturalmente chiediamo più risorse al nostro SSN che deve essere assolutamente pubblico anche se il privato può dare un suo contributo”, ha aggiunto. La Federazione, in rappresentanza di 120 mila medici, veterinari e sanitari dipendenti chiedono alle forze politiche di impegnarsi in difesa del Servizio Sanitario pubblico e nazionale, del ruolo dei medici e dei dirigenti sanitari al suo interno, del valore del suo capitale umano.
“Il nostro SSN vive uno stato di emergenza, servono maggior investimenti, un nuovo modello sanitario che venga basato sul professionista con retribuzioni adeguate, carichi di lavoro dignitosi e un diverso approccio alla sanità che non deve essere più considerata come una spesa ma come una risorsa”, è il commento del segretario nazionale di Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, “non accettiamo più proposte che non lasciano spazio al futuro del sistema sanitario. Le retribuzioni sono gravate da alte tassazioni e le condizioni di lavoro sono insostenibili. Gli ospedali si riempiono di pazienti e si svuotano di medici”. I medici, i veterinari, i dirigenti sanitari chiedono nuove risorse a loro dedicate, a partire dalla prossima legge di bilancio, e interventi legislativi che valorizzino il loro ruolo.