domenica, 17 Novembre, 2024
Parco&Lucro

Il freno della Bce non spaventa i mercati

Come largamente atteso la Bce ha scelto, per la prima volta nella storia della moneta unica, un rialzo dei tassi d’interesse di 0,75 punti. Il tasso principale della Zona euro sale così all’1,25%, quello sui depositi allo 0,75% e il tasso sui prestiti marginali all’1,5%. E non è finita: nella nota finale il Consiglio direttivo ha chiarito che sono previsti ulteriori aumenti nei prossimi mesi.

I mercati sembrano aver preso bene questa notizia, nella convinzione che abbiamo già ampiamente e da tempo “scontato” i possibili rialzi e la politica “aggressiva delle Banche centrali.

Inflazione e stime di crescita decisive

Francoforte  si attende un’inflazione  all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 e al 2,3% nel 2024, molto al di sopra delle precedenti stime. Lagarde, nel suo discorso, ha citato l’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari e la conseguente impennata dei prezzi, sottolineando che l’inflazione potrebbe ancora crescere nel breve. Ha inoltre ammesso che “Abbiamo fatto degli errori nelle previsioni sull’inflazione, come tutte le istituzioni internazionali, come molti economisti, perché è virtualmente impossibile prevedere e includere nei modelli il Covid, la guerra in Ucraina, il ricatto sull’energia. Me ne assumo la colpa perché sono il capo dell’istituzione”.

Prima della riunione della settimana scorsa gli analisti prevedevano, per la gran parte, un ulteriore aumento di 50 punti base nella riunione di fine ottobre e poi di 25 a dicembre ma, dopo l’annuncio del Capo della Bce, il sentiment è per un rialzo più importante anche se si dovesse verificare una piccola e non duratura recessione a cavallo tra fine anno ed inizio dell’anno nuovo.

Per la Bce, l’economia si espanderà del 3,1% nel 2022, contro il 2,8% stimato a giugno, e solo dello 0,9% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024, contro il 2,1% previsto per entrambi gli anni.

E la Fed?

FocusRisparmio.com riporta il punto di vista di una delle più grandi case d’investimento, Invesco, che in merito alla politica economica della Fed si aspetta invece reazioni apparentemente “inaspettate”. Kristina Hooper, Chief Global Market Strategist di Invesco, nell’intervista citata afferma “Come mi aspettavo, Powell è stato molto aggressivo. Ha parlato duro, ribadendo il messaggio che abbassare l’inflazione si tradurrà in significativi impatti economici. Ha fatto capire che la Fed è disposta a tutto per combattere il carovita e sta adottando misure energiche e rapide per moderare la domanda in modo che si allinei meglio con l’offerta e per mantenere ancorate le aspettative di inflazione. Continuerà a farlo fino a quando non sarà sicuro del risultato e manterrà tassi più alti per un po’ di tempo”.

L’economista non è preoccupata per i rialzi da “falco” delle Fed, perché se è vero che non ci attende una rapida riduzione dei tassi, prima o poi dovrà attenuare la posizione soprattutto per il suo continuo ancoraggio ai dati.

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