Sono consistenti i danni economici legati agli eventi meteo estremi, che tra bombe d’acqua e la siccità più grave degli ultimi 70 anni, si sono abbattuti sull’Italia quest’estate. “L’Italia conta per le calamità naturali 51,8 miliardi di dollari di danni subìti dal 2011 al 2021. In particolare, studi scientifici hanno previsto che il cambiamento climatico taglierà il Pil italiano pro-capite dello 0,89% nel 2030, del 2,56% nel 2050 e del 7,01% nel 2100”, ha affermato Antonio Coviello, ricercatore Cnr-Iriss, Per evitare un simile scenario l’imperativo è contribuire a ridurre le emissioni di gas serra che dovranno arrivare a -55% entro il 2030 e serviranno interventi futuri di prevenzione e adattamento per contrastare i danni irreversibili che sono stati causati al clima e all’ambiente.
“Nell’ultimo decennio, gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui forti piogge, grandine e tornado, sono più che quadruplicati, da 348 nel 2011 a 1.602 nel 2021”, ricorda Coviello, sottolineando che alluvioni e frane si verificano in Italia più frequentemente di qualsiasi altro pericolo naturale. “Le aree italiane più soggette sono la Liguria nord-occidentale e la Pianura Padana, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto. Ma il rischio alluvione riguarda praticamente tutte le Regioni, Sicilia e Sardegna comprese. È esposto ad elevato rischio idrogeologico il 55% delle abitazioni italiane, più precisamente il 19% con un rischio alto, il 36% medio-alto, il 33% medio-basso e solo il 12% con un rischio basso”, cocnclude.