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Cento simboli, quattro contendenti ma i cittadini hanno poca scelta

martedì, 16 Agosto 2022
2 minuti di lettura

L’attuale legge elettorale, detta Rosatellum, è troppo complicata e crea ,di fatto una tendenza oligarchica e poco democratica. Le coalizioni sono forzate e poco omogenee. I candidati vengono imposti dai capi dei partiti e, nel caso dei 5 Stelle da un uomo solo al comando, Giuseppe Conte. Non si possono esprimere preferenze. E’ vietato il voto disgiunto. L’elettore può solo mettere un segno di croce. E farsi il segno della Croce.

Il prossimo Parlamento, quale che sia la coalizione vincente, dovrebbe prendere un impegno solenne: modificare, con una maggioranza di almeno il 66%, la legge elettorale un anno prima della scadenza naturale della legislatura. In quattro anni tutti i partiti dovrebbero discutere serenamente e trovare un accordo ragionevole. Non serve una legge cucita su misura per le esigenze di questo o quel partito. C’è bisogno di norme che rendano le elezioni non più un labirinto in cui il cittadino si perde e che limita molto le sue possibilità di scelta.

Margini ristretti per l’elettore

L’attuale legge, detta Rosatellum, è troppo complicata e crea, di fatto una tendenza oligarchica e poco democratica. I candidati vengono imposti dai capi dei partiti e, nel caso dei 5 Stelle da un uomo solo al comando, Giuseppe Conte. Chi va a votare ha poca scelta: all’uninominale trova com’è ovvio un solo nome per ogni coalizione. E si è visto quanto siano forzate queste alleanze tra partiti che sostengono programmi diversi. E passi. Ma al proporzionale l’elettore non può esprimere preferenze perché le liste sono bloccate: vengono eletti i candidati nei primi posti. C’è poi un altro vincolo: non è possibile il voto disgiunto.

Voto disgiunto vietato

Facciamo un esempio: a me piace il partito X, ma nel collegio uninominale dove voto, il mio partito presenta un candidato che io non stimo mentre la coalizione di cui non fa parte il mio partito ha un candidato eccellente. Io non sono libero di votare al proporzionale per il mio partito e all’uninominale per una persona che apprezzo ma che fa parte di una coalizione diversa. Se scelgo un partito al proporzionale il mio voto va in automatico alla coalizione di cui fa parte quel partito nell’uninominale.

Come si vede le maglie sono molto strette per il cittadino che deve sottostare alle decisione dei vertici dei partiti.

Si scelga o uninominale o proporzionale

Si abbia il coraggio di smantellare questa legge e di scegliere: o l’uninominale o il proporzionale. Se si sceglie l’uninominale meglio il doppio turno come in Francia, dove il cittadino ha due volte la possibilità di scegliere. Se si opta per il proporzionale, oltre ad una soglia di sbarramento alta, occorre inserire con modifica costituzionale l’istituto della sfiducia costruttiva: la maggioranza che sfiducia un governo si costituisce automaticamente come nuova maggioranza di governo oppure si va a votare. Intanto la fantasia degli italiani ha prodotto un centinaio di simboli politici alcuni anche pittoreschi.

Il 25 settembre partita a 4

La partita sarà comunque a quattro: la coalizione di centrodestra, con 4 partiti, a guida Meloni quella di centrosinistra guidata da Letta anch’essa formata da 4 partiti, poi ci sono gli outsider: Calenda-Renzi fusi in un solo partito e il Movimento 5 Stelle nelle mani di Conte che in realtà si comporta da imperatore.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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