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Covid: Vaccino annuale per evitare nuova emergenza

giovedì, 11 Agosto 2022
1 minuto di lettura

Per imparare a convivere con il virus sarà importante portare avanti la profilassi attraverso richiami del vaccino su base annuale. Una raccomandazione dei virologi rivolta a tutti, non solo alle persone più fragili o più esposte.   “Io credo che nell’arco di due o tre anni la situazione andrà a normalizzarsi purtroppo, però, questa malattia continuerà a essere presente e, quindi non bisognerà abbassare la guardia, soprattutto con la vaccinazione di richiamo e l’utilizzo di farmaci antivirali terapeutici specifici”.

Così l’epidemiologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi e professore del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano. Per l’epidemiologo è, dunque, “fondamentale non parlare più di ‘quarta dose’ per il prossimo futuro ma, piuttosto, di ‘vaccinazione periodica’”.   Secondo Pregliasco “potremo convivere con questo virus ‘attraverso’ tre elementi: il buonsenso di ognuno di noi, la vaccinazione periodica, se siamo fragili o soggetti esposti e, terzo, tramite un’applicazione sistematica, che ancora oggi non è completa, dei farmaci antivirali per uso orale per i soggetti fragili”. Sugli scenari il professore è cauto: “Le previsioni sul Covid sono sempre difficili, spesso il virus ‘ha fatto altro’ rispetto a quanto pensavamo.   Tuttavia, quello che si ritiene, ad oggi, è che siamo in una fase di transizione tra la pandemia vera e propria e un andamento endemico”.

Questo significa, continua, “che non dobbiamo immaginare come una presenza continua e costante del virus ma, come stiamo osservando, ‘con onde’, di salita e discesa che si susseguiranno nel tempo.   La speranza, anche in confronto ad altre pandemie dell’influenza, è che queste ‘onde’ siano come le onde di un sasso gettato in uno stagno; quindi, con una tendenza a degradare nel tempo, proprio perché una quota di persone acquisiranno una protezione derivante dai richiami vaccinali e anche dalle re-infezioni perché questo virus continua a modificarsi e quindi schiva quella risposta immunitaria determinata dalla guarigione”. Tutto questo, conclude Pregliasco, “a meno che non arrivi, ma riteniamo scarsa questa probabilità, una variante particolarmente diffusiva e diversa, ma la tendenza evolutiva del virus è quella sempre di adattarsi. E quindi, lo spero, ci dobbiamo immaginare ‘onde’ sempre meno marcate”.

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