La guerra in Ucraina e la pandemia non devono essere l’ostacolo e l’interruzione per il percorso di crescita dell’economia italiana, poiché il livello del reddito complessivo in Italia è ancora molto inferiore a quello del periodo precedente all’avvio della grande crisi economica e finanziaria. “La crescita dell’economia italiana deve essere inclusiva e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. il confronto con il reddito complessivo europeo è importante e ineludibile. Siamo e dobbiamo restare in Europa.
Dobbiamo contribuire a far evolvere l’Europa. Un’Italia forte e solida, con chiare politiche per la crescita economica, ambientale e sociale, rafforza il suo ruolo in Europa”. È quanto si legge in una lettera che il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini, hanno inviato alle commissioni parlamentari e ai partiti in vista delle prossime elezioni, per contribuire alle riflessioni programmatiche utili per la prossima legislatura. “L’Italia deve porsi l’obiettivo di essere forza trainante in Europa, valorizzando i suoi fondamentali, l’eccellenza delle imprese, la capacità di risparmio delle famiglie la solidità del mondo bancario. Il ruolo delle banche è stato essenziale durante la pandemia: ha permesso di sostenere famiglie e imprese, in stretta connessione con gli interventi attuati dalle Istituzioni europee e italiane.
Per massimizzare il ruolo delle banche a supporto dello sviluppo e della crescita occorre un quadro regolamentare nazionale e europeo che sappia perseguire la stabilità avendo come obiettivi la crescita sostenibile, l’occupazione e la competitività”. “Per realizzare pienamente una vera unione bancaria europea occorrono testi unici europei delle banche, della finanza, del fallimentare, del diritto penale dell’economia”. Secondo l’Abi, inoltre, bisogna rimuovere i vincoli strutturali e attivare politiche economiche chiare e stabili, perchè “sono stati fatti passi avanti per recuperare competitività. Tuttavia, la produttività, in particolare quella totale dei fattori, in Italia è ancora insoddisfacente nella comparazione internazionale”.
In questo senso, l’Associazione osserva ad esempio come “non occorrono interventi a pioggia, servono politiche economiche rivolte ai fattori produttivi, per incentivarne un uso ottimale ed efficiente. È prioritario ridurre la dipendenza dell’Italia da fonti energetiche fuori dal proprio controllo”. Inoltre “occorre intervenire sul debito pubblico e sulla tenuta dei conti pubblici, con un efficace contrasto dell’evasione e soprattutto rafforzando la crescita, a tal fine le risorse del Pnrr rappresentano una opportunità che non può essere mancata”. “Occorre contrastare l’inflazione, tutelando il potere di acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori senza però innescare automatismi che alimentino spirali inflazionistiche”.
Ma anche “dare certezza alla cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi, semplificando le procedure di compensazione e chiarendo il tema delle responsabilità, il tutto salvaguardando la legalità e la tenuta dei conti pubblici”, così come “ridurre il cuneo fiscale e conseguentemente anche il costo del lavoro e introdurre misure volte a meglio gestire la flessibilità in entrata e in uscita”.