Con il Pacchetto Clean Energy for all Europeans, l’Europa ha messo i consumatori al centro delle politiche energetiche, affidando loro un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Ciascuno è chiamato a un’azione attiva e collettiva, anche attraverso la costituzione delle cosiddette Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), che, tuttavia, con l’ampliamento delle attività progettuali stanno vedendo aumentare la loro complessità.
“Maggiori saranno la complessità delle configurazioni, l’ampiezza di perimetro nelle manovre e i servizi erogati – spiega Michele Masulli, direttore area Energia di I-Com – tanto più diverse e considerevoli dovranno essere le competenze coinvolte. Anche la direttiva RED II sottolinea la necessità di una collaborazione stretta tra i cittadini e i soggetti attivi nel settore energetico. Non sempre, infatti, risorse e competenze utili allo sviluppo della comunità sono disponibili a livello locale. Sono competenze progettuali, giuridiche, manageriali, tecniche”.
Comunità energetiche che possono essere anche uno strumento per contrastare uno dei fenomeni in crescita nel nostro Paese: la povertà energetica. “Le CER – afferma Leonardo Santi, direttore Affari regolatori e istituzionali di E. ON – consentono di accedere, in misura strutturale, ad Energia a costi ridotti, anche superando la logica del sostegno economico sulla commodity, come quello dei cosiddetti bonus sociali. Tolgono cioè dall’ottica dell’essere sussidiato e favoriscono l’assunzione di un ruolo attivo, anzi da protagonista, da parte dei consumatori”.