giovedì, 14 Novembre, 2024
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Il Sud riparte dalla scuola sicura ed efficiente

Il decreto legislativo 81 del 2008 – che fa ricadere sui capi d’istituto, anziché sui proprietari degli edifici scolastici (Comuni, Province e Città metropolitane o privati) la responsabilità in materia di sicurezza – va riformato senza esitazione. È uno dei temi trattati nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro (Senato della Repubblica), dove si è svolto il seminario “Sicurezza nei luoghi di lavoro pubblico e privato: quale futuro per la prevenzione degli infortuni nelle istituzioni scolastiche, rischio comportamentale e nuovi paradigmi educativi”.

Vi hanno preso parte, come relatori, Giuseppe Brera, Rettore dell’Università Ambrosiana di Milano, nonché Presidente della Società italiana di Adolescentologia e medicina dell’adolescenza e Direttore della Scuola Medica di Milano; Filippo Pergola, Presidente dell’Associazione di Psicoanalisi della Relazione Educativa Apre, Direttore della scuola di PolisAnalisi, docente di Psicologia dell’Educazione nell’Università di Roma Tor Vergata, Paolo Pieri, dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Torino, Coordinatore della sicurezza in cantieri. Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, Docente e formatore, Raffaele Cardone, Compositore, docente di tecnologie musicali, coding e pensiero computazionale, Presidente dell’Associazione culturale Illimitarte, Agostino Improta, Dottore in Scienze delle produzioni animali, Direttore Assicurazione Qualità per Besana Spa, Membro della Commissione Affari Scientifici e Governativi dell’International Nut Council. Ha introdotto e coordinato i lavori Franca Principe, Dirigente scolastico, Presidente dell’Associazione per la cultura della sicurezza e la prevenzione dei rischi “Modifica81”. Le conclusioni sono state affidate al segretario di presidenza del Senato, Vincenzo Carbone, componente Commissione Lavoro e Previdenza Sociale, che ha anche promosso l’iniziativa.

Il Senatore Vincenzo Carbone

Senatore, come mai le sta tanto a cuore il decreto 81?
“Il decreto legislativo 81 del 2008 – che fa ricadere sui capi d’istituto, anziché sui proprietari degli edifici scolastici (Comuni, Province e Città metropolitane o privati) la responsabilità in materia di sicurezza – va riformato senza esitazione. Assumerò un’iniziativa parlamentare, affinché venga sanato questo vulnus nei confronti dei dirigenti scolastici. Ho avvertito il dovere morale e politico di prendere questo impegno davanti ai relatori ed al folto pubblico del seminario che si è rivelato un’occasione molto importante per discutere delle ultime novità”.

Si riferisce alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati istituita dal Senato?
“Proprio così. Bisognava dare un segnale di buon senso e di responsabilità ed i colleghi del Senato lo hanno fatto, votando all’unanimità la mia proposta, sottoscritta da tutti i componenti del gruppo di Forza Italia, di ampliare l’ambito dell’organismo ispettivo ai luoghi di lavoro sia privati che pubblici, con evidente riferimento alla scuola e alla sanità. Questa opzione ci permetterà di verificare sul campo le condizioni di sicurezza di molti edifici scolastici, dando seguito alle segnalazioni di strutture sempre più fatiscenti che ci arrivano dagli operatori del settore e che mettono a rischio non solo gli studenti ma anche i dirigenti, esposti a gravi responsabilità penali e civili”.

Anche da questo punto di vista esiste, purtroppo, un gap tra Nord e Sud?
“Le statistiche ci dicono che al Sud la situazione è ancora più drammatica che nel resto della penisola. E questo rappresenta un problema per tutta l’Italia, perché se in mezzo Paese la scuola non funziona, aumentano le disuguaglianze e il disagio sociale a tutto vantaggio delle consorterie criminali, i cui tentacoli avvinghiano anche le ricche terre del Nord. Adesso più che in passato c’è bisogno di un cambio di rotta: occorre investire di più e meglio in cultura ed educazione, ponendo al centro la scuola. Edifici scolastici nuovi di zecca, tempo pieno ovunque, insegnanti più motivati, lotta senza quartiere all’abbandono: queste devono essere le nuove priorità dell’agenda politica. Immaginate cosa potrebbe diventare il nostro Sud dopo una “cura” di questo tipo: quanta manodopera in meno per la criminalità organizzata, quanta qualità in più nella classe dirigente, quanta volontà in più di intraprendere e provarci!  Non tutto è perduto; come un pugile siamo finiti al tappeto ma abbiamo ancora la possibilità di rialzarci e dimostrare al mondo la nostra forza…”. 

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