La mentalità patriarcale foce della sua cultura più viscerale e radicata nelle nostre anime quasi fosse un fiume in secca cui continuiamo imperterriti ad attingere, fingendo di poter ancora trovare dell’acqua – ci impone di identificare con il genere alcune qualità; o alcune ingiurie, ça va sans dire. Quelle che hanno sempre fatto parte in un certo senso della tradizione popolare e che, inutile cercare di negarlo, spesso trovano riscontro nella realtà: dicono il vero della sostanza, sebbene nella forma sbagliata.
L’IDIOTA SENZA GENERE
Ma ancor più della forma ad essere sbagliata è l’attribuzione dell’offesa tramite il genere maschile o femminile. Se diamo dell’idiota a qualcuno, uomo o donna che sia, un idiota resta; l’idiota è universale e soprattutto privo di genere. E non inteso nel senso dostoevskiano dell’uomo positivamente buono, del Cristo del XIX secolo – ma nella sua accezione più basilare, genuina e volgare: la più semplice ed ovvia.
LA MACCHINA DA GUERRA
Come ovvio è il fatto – o almeno per me lo è sempre stato – che altrettanto unisex e genuine fossero certi tipi di guerre: quelle di Troia, per intenderci. Quelle in cui un esercito di uomini (non a caso?) si nasconde all’interno di un cavallo quale strategica macchina da guerra, per uscirne poi di sorpresa ed espugnare la città. Ecco, questo genere di sorpresa, inaspettata per natura, mi è capitato di notarla non di rado nel corso della vita: mi riferisco al presente e non certo ai tempi degli Achei, infatti.
ALL’INTERNO DEL CAVALLO
Nei cavalli di Troia ci si nascondono appunto sia donne che uomini. Alle donne è legata una concezione secondo usi e costumi culturali e sociali che ne identifichino per così dire lo spessore morale o meglio il costume della moralità: in riferimento ad una sostanza corporale ed etica. Sebbene la prima sia madre della seconda e mai viceversa. Mentre la prostituzione esercitata dagli uomini perde il suo significato stricto sensu, accrescendo a mio avviso a maggior ragione la perdita ed il decadimento del principio etico. Perché coloro che prostituiscono corpo e spirito, vendendo un ideale o intessendo un rapporto intimo in cambio di un favore o di una posizione sì, anche questi, seppure uomini, si nascondono all’interno di un cavallo di Troia.