L’usura è un fenomeno non abbastanza considerato a causa dei pochi casi denunciati in media ogni anno, rapportata alle centinaia di migliaia di famiglie, imprese e individui indebitati. È quanto emerso dalla relazione su “La prevenzione dell’usura”, approvata con delibera n. 15/2022/G dalla Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, in cui la magistratura contabile ha analizzato gli strumenti impiegati a contrasto del fenomeno, tra cui il “Fondo di prevenzione dell’usura” e le attività di associazioni, fondazioni e consorzi di garanzia collettiva dei fidi (Confidi).
È necessario proseguire – ha evidenziato la Corte – nelle azioni di emersione dei casi di usura mediante la celerità, la riservatezza, l’efficacia e la fiducia negli strumenti di assistenza in favore delle vittime, per evitare il sottodimensionamento del fenomeno e la difficoltà di valutare il reale impatto delle politiche di prevenzione attuate.
Dal 1998, anno di inizio dell’operatività del Fondo – istituito due anni prima – e fino al 2020, gli enti gestori sono stati destinatari di circa 670 milioni di euro, che hanno garantito finanziamenti per un importo complessivo di oltre due miliardi. Nello stesso periodo, ha specificato la magistratura contabile, il tasso di operatività si è attestato su una media del 320%, mostrando una buona gestione del Fondo stesso, una diligente attuazione degli Accordi quadro ed una corretta azione da parte di quasi tutti gli enti coinvolti, con il fondamentale ausilio e monitoraggio delle Forze di polizia e degli organi giudiziari.
Il sistema esaminato, ha concluso la Corte, pur operando continuativamente, non è certo in fase espansiva e mostra una riduzione dei propri fruitori, evidenziando incongruenze attenuabili seguendo le raccomandazioni formulate nella relazione, comprensive delle posizioni di gran parte degli enti interessati.