Dal Governo De Gasperi al Governo Draghi, tutti gli Esecutivi della Repubblica italiana sono stati guidati da uomini. Il sogno di avere una prima ministra a Palazzo Chigi però potrebbe diventare presto realtà. Proprio per questo “Prime Minister”, la Scuola di politica per formare le cittadine del domani, investe sulle giovani donne tra i 14 e i 19 anni, così da renderle agenti di cambiamento nelle comunità locali, nazionali e internazionali. “La nostra associazione è nata circa tre anni fa con un progetto pilota al “Farm Cultural Park” di Favara, in provincia di Agrigento, in Sicilia.
Poco dopo, è stata aperta la Scuola di Napoli, ma oggi ce ne sono già tante altre lungo tutta la Penisola: dal Lazio all’Abruzzo, dal Piemonte alla Basilicata”, spiega a Teleambiente Angela Laurenza, Co-Founder di “Prime Minister” assieme a Denise Di Dio, Florinda Saieva ed Eva Vittoria Cammerino: “Sono diversi i temi che vengono affrontati dalle nostre studentesse durante un’esperienza extrascolastica e gratuita di dieci mesi. Le ragazze si incontrano un sabato al mese per affrontare argomenti vicini alla loro generazione, come la democrazia, l’ambiente, il gender e la sessualità”.
E così, tra laboratori, talk e testimonianze, le donne del domani realizzano eventi legati ai progetti di attivismo. Soltanto nelle ultime settimane, le “Primers” della Scuola di Napoli hanno organizzato “Angulus”, una mostra sugli stereotipi di genere, e una sfilata con abiti sostenibili a cura del movimento “La Ginestra”. “A partire dal tema dell’ambiente, le nostre ragazze hanno deciso di focalizzarsi sul fast fashion per capirne gli impatti nel breve e nel lungo periodo”, racconta la co-fondatrice dell’associazione. “Le studentesse hanno organizzato, dunque, una sfilata per dimostrare che si può essere alla moda anche essendo sostenibili”.
Oltre 600 ragazze coinvolte, più di 500 ore di lezione e almeno 250 persone tra testimonial e volontari. Sono questi alcuni numeri di “Prime Minister” raggiunti in tre anni di lavoro. Secondo lo staff dell’associazione, il risultato più soddisfacente però è avere reso più consapevoli le proprie studentesse. “Spero che le “Prime Minister” del domani siano donne e che finalmente riusciamo ad avere la prima presidente del Consiglio dei ministri”, dice Angela Laurenza.
“Le cittadine attiviste del futuro hanno oltretutto un occhio più inclusivo – conclude Laurenza – Quando parlano di diritti, lo fanno a 360 gradi, perché sanno che la società è formata da tante diversità e ogni diversità ha il diritto di essere vissuta nel pieno dei diritti. “Prime Minister” mette a disposizione dei metodi e uno spazio di confronto per raccogliere le idee. Nel frattempo, le istituzioni dovrebbero ascoltare realmente le proposte delle giovani generazioni”.