sabato, 21 Dicembre, 2024
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“L’economia della speranza: stabilità politica e riforme”

Intervista al prof. Aldo Livolsi su come superare la “tempesta perfetta” che si abbatte sull’Italia

“Sui conti correnti degli italiani giacciono circa 1.200 miliardi di euro. Se c’è un clima di fiducia nel futuro, sia i privati che gli imprenditori sposteranno parte di questi patrimoni nel capitale delle aziende”.

Giovedì 14 luglio, inizio alle ore 10.00, presso la Link Campus University di Roma, in via del Casale di San Pio V 44, si terrà il convegno “La tempesta perfetta e l’economia della Speranza/Un futuro per i nostri giovani: riforme e proposte”. L’evento potrà essere seguito anche via web collegandosi tramite link sul sito dell’Università: www.unilink.it.

Prof. Livolsi, la situazione attuale è poco rassicurante; eppure, lei – che di questo convegno è ideatore e di cui curerà introduzione e conclusione – sceglie di esser e ottimista. In cosa consiste “l’economia della Speranza” citata nel titolo?
Per rispondere alla domanda, bisogna partire dalla prima parte del titolo, dove si parla di “tempesta perfetta”. Questa è derivata da una serie di congiunture negative straordinarie: la pandemia prima, poi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento del costo dell’energia, l’inflazione. Per non parlare della emergenza climatica. Il mondo sta vivendo una fortissima discontinuità. Nonostante questo, non dobbiamo arrenderci, ma provare a realizzare l’”economia della Speranza” col contributo di tutti i soggetti migliori che vogliono lavorare insieme: dal pubblico al privato, dalla politica all’impresa ai lavoratori. L’obiettivo sono i giovani e il futuro; un mondo migliore, più sostenibile e con meno disuguaglianze.

Il maggior timore è che i giovani non abbiano un futuro roseo. A quali riforme penserebbe o proposte, per riportare serenità e tornare a guardare al futuro con fiducia?
Bisogna affrontare questa situazione molto negativa con una forza contraria e una progettualità molto forti. Una delle conseguenze di questi anni difficili è la disaffezione nei confronti della politica, come hanno dimostrato le ultime tornate elettorali, dai referendum sulla giustizia alle elezioni amministrative. Ad allontanarsi dalla politica sono spesso proprio i giovani. È necessario dare a questi ultimi una chiara visione del futuro, non solo affinché rimangano a lavorare in Italia, ma per riavvicinarli e coinvolgerli nella politica. Possiamo dire che il futuro è il volano del nostro convegno.

Quali sono gli interventi urgenti che la politica potrà fare per riportare fiducia nel futuro?
La premessa è che ci siano due elementi basilari: il primo è la stabilita  politica, il secondo un programma di medio periodo. Le riforme e il cambiamento necessitano di tempi propri e questi non posso essere velocissimi. Purtroppo, come dimostra il dibattito di questi giorni, spesso lo si dimentica. Per parafrasare quanto attribuito ad Alcide De Gasperi, la politica spesso guarda alle prossime elezioni, più che alle prossime generazioni. Per tornare alla domanda, innanzitutto è necessario compiere una severa spending review e intervenire con modifiche su iniziative pensate con finalità populiste, penso per esempio a “quota 100”, ma anche al Reddito di cittadinanza o al Superbonus 110%. I settori più importanti in cui fare le riforme sono istruzione (scuola, ricerca e Università), infrastrutture fisiche e digitali, fisco e giustizia.

La politica è in grado di fare tutto questo?
La ringrazio per la domanda, perché questo è un altro punto fondamentale del convegno. La nostra idea di speranza e di futuro può essere concretizzata solo col concorso di più attori. Pensiamo al fatto che sui conti correnti degli italiani giacciono circa 1.200 miliardi di euro. Se c’è un clima di fiducia nel futuro, sia i privati che gli imprenditori sposteranno parte di questi patrimoni nel capitale delle aziende. Gli strumenti e le modalità, come abbiamo ricordato più volte su questa testata giornalistica, ci sono. Fondamentali, oltre al tema della sostenibilità, sono in questo senso i concetti di imprenditorialità e di sussidiarietà, col pubblico che detta l’indirizzo al privato, ma non lo sostituisce e gli lascia l’iniziativa.

Quindi i punti chiave che rimarcherete durante il convegno quali saranno? 
Per individuare proposte e soluzioni, abbiamo pensato a quattro benchmark: economia, Europa, finanza/imprenditorialità e disuguaglianze. Pensiamo che l’Europa necessiti di ulteriore integrazione, non solo monetaria, ma per esempio su temi quali la giustizia e il fisco. Dobbiamo poi ripartire dalle nostre eccellenze produttive, con il coinvolgimento degli imprenditori e col contributo della finanza che deve investire nelle imprese. Lotta alle diseguaglianze e sostenibilità in tutto questo hanno un ruolo fondamentale. Nel dettaglio, le due sessioni del mattino tratterranno di economia (“Economia della speranza: sogno o realtà”) e finanza e impresa (“La finanza e gli imprenditori a servizio del Paese”), quelle del pomeriggio di Europa (“L’Europa che sarà”) e disuguaglianze nel mondo (“Le disuguaglianze nell’economia globale”).

Lo studio di una ricetta che possa mettere insieme il benessere dello stato sociale del Paese e lo sviluppo dell’economia sarà possibile?
Le condizioni di vita delle persone migliorano quando aumenta il Pil e l’economia si sviluppa. Gli imprenditori e le banche hanno una grande responsabilità in questo senso e devono essere in prima fila a investire nella crescita delle aziende sane.

Questo è un altro concetto importante per riallacciarmi alle discussioni di queste settimane: aumentare gli occupati o realizzare il cuneo fiscale ha senso solo se si investe in aziende sane, cioè in grado di competere nell’agone competitivo globalizzato. Più in generale, se tutti faranno la loro parte, come cercheremo di illustrare nel convegno di giovedì, otterremo un mondo migliore, più sostenibile, più ricco e con meno disuguaglianze.

Questo obiettivo sarà raggiunto anche grazie al contributo degli importanti relatori presenti. Dopo i saluti del presidente della Link Campus University Pietro Polidori, interverranno (in ordine alfabetico): Luca Baravalle, Leonardo Becchetti, Nicola Benedetto, Angelo Deiana, Benedetto Delle Site, Franco Frattini, Gianni Fusco, Antonino Giannone, Alessandra Ghisleri, Giuseppe Ghisolfi, Carlo Alberto Giusti, Raimondo Grassi, Sergiu Martin, Mauro Masi, Lorenza Lei, Carmela Pace, Fabio Righi, Nicola Rossi, Francesco Sisci, Giulio Tremonti, Giuliano Urbani. Moderatori: Angelica Bianco, Cesara Buonamici, Isabella Di Chio, Mariolina Sattanino.

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