Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, ha visitato il carcere di Uta, in provincia di Cagliari, per il progetto di reinserimento lavorativo dedicato ai detenuti. “La prima cosa da sottolineare è la mobilitazione di tanti soggetti in un settore decisivo come l’innovazione tecnologica. Poi c’è il valore simbolico di questa scelta. Il lavoro è decisivo per il volto costituzionale della pena, che secondo l’articolo 27 della Costituzione deve essere rieducativa”.
“C’è un compito molto gravoso per l’amministrazione penitenziaria, ovvero garantire opportunità di lavoro per tutti – ha detto ancora il ministro – Questa non è un’occupazione qualsiasi, o un semplice riempimento delle ore. È un lavoro vero e proprio, con adeguata retribuzione e formazione. Consente ai detenuti di essere assunti con contratti in regola.
L’aver lavorato per aziende così importanti può fare la differenza al momento dell’uscita e della ricerca di un’altra occupazione. C’è un lavoro interno con il ricondizionamento dei modem e un lavoro esterno con la posa della fibra ottica”. E ha concluso: “Questo richiederà un impegno importante e ringrazio l’amministrazione penitenziaria. Dove il carcere funziona è sempre grazie alla collaborazione con il territorio. È un progetto che mi da un’enorme fiducia, perché parte con condizioni di estrema sostenibilità”.