La guerra prosegue in Ucraina ormai da 110 giorni. Secondo lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, l’esercito russo “con il supporto dell’artiglieria ha effettuato operazioni d’assalto nella città di Severodonetsk ottenendo un successo parziale”, ma spingendo i combattenti ucraini fuori dal centro della città del Lugansk, cuore della battaglia. Attacchi russi contro le posizioni delle forze di difesa ucraine si sono verificati anche nelle aree degli insediamenti di Lysychansk e Toshkivka. Nella direzione di Bakhmut i soldati ucraini soldati hanno respinto con successo le operazioni di assalto nelle direzioni di Viktorivka – Vrubivka e Komyshuvakha – Vrubivka”.
Nello stabilimento Azot a Severodonetsk rimarrebbero ancora circa 500 civili di cui 40 bambini, secondo il governatore dell’oblast di Lugansk, Serhiy Gaidai, citato da Kyiv Independent. “L’obiettivo tattico chiave degli occupanti non è cambiato”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel consueto discorso serale. “Stanno premendo a Severodonetsk – ha continuato -, dove sono in corso combattimenti molto feroci letteralmente per ogni metro.
E stanno anche spingendo in direzione di Lysychansk, Bakhmut, Slovyansk e così via. L’esercito russo – ha aggiunto – sta cercando di schierare forze di riserva nel Donbass”. Di fronte alle impellenti necessità sul campo, Zelensky è tornato a chiedere aiuti militari ai paesi partner. “L’Ucraina – ha detto – ha bisogno di moderni sistemi di difesa missilistica. La fornitura di tali sistemi è stata possibile quest’anno, l’anno scorso e anche prima.
Li abbiamo presi? No. Ne abbiamo bisogno? Sì”, ha aggiunto. Intanto una nuova accusa a Mosca arriva da Amnesty International che, in un rapporto, afferma che centinaia di civili sono stati uccisi nella città ucraina di Kharkiv da “bombardamenti russi indiscriminati utilizzando munizioni a grappolo”. “La popolazione di Kharkiv – ha affermato Donatella Rovera, senior crisis response adviser di Amnesty International – ha dovuto affrontare una raffica incessante di attacchi indiscriminati negli ultimi mesi, che hanno ucciso e ferito centinaia di civili.
Le persone sono state uccise nelle loro case e nelle strade, nei campi da gioco e nei cimiteri, mentre facevano la fila per gli aiuti umanitari o facevano la spesa per cibo e medicine”. Per Amnesty International “il lancio di attacchi indiscriminati che provocano la morte, il ferimento di civili o il danneggiamento di obiettivi civili costituisce un crimine di guerra”.