“Sapevamo che l’inflazione doveva tornare perché, peraltro, per 10-12 anni le Banche Centrali Europee hanno cercato di farla tornare. Nessuno voleva un’inflazione così forte, deriva soprattutto da eventi anche di carattere straordinario: la rottura della filiera dopo il covid, la guerra in Ucraina. Ci sono elementi temporanei dell’inflazione che però possono radicarsi e generare un processo inflazionistico”. Così Innocenzo Cipolletta, presidente della Febaf, al Festival Internazionale dell’Economia.
“Sullo spread, dobbiamo essere convinti se vogliamo che esista o no, questo dipende dalla Bce. I suoi interventi hanno di fatto ridotto lo spread in passato perché acquistando titoli pubblici i mercati non si mettevano a giocare contro i titolo pubblici – spiega – adesso la Bce ha dichiarato che rinnova quelli esistenti ma fermerà l’acquisto di nuovi titoli. Credo che sia sbagliato, lo spread indica sfiducia nell’euro, gli operatori temano che si rompa e qualche paese ne esca e penalizzano i paesi che teme possano uscire. E’ interesse della Bce intervenire se ritiene che l’euro debba sopravvivere”. (Italpress)