giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Benzina alle stelle. Accise verso nuovi tagli

Corsa contro i rincari della benzina, gas e petrolio. Una sfida che si giocherà sul filo di lana perché i distributori sono già pronti ad un nuovo ritocco all’insù dei prezzi alla pompa. Mentre il Governo è pronto a scendere in campo nelle prossime ore.

Forti aumenti

L’aumento del prezzo della benzina e ripreso da ieri, mentre l’effetto domino si replicherà tra breve su una lunga filiera di prodotti e servizi. Il Governo nel frattempo prende slancio nel cercare di arginare i rincari. A parlarne è la sottosegretaria all’Economia Cecilia Guerra che annuncia come il maggior afflusso di Iva conseguenti i rincari sarà dedicata ad un taglio delle accise.

Prezzi calmierati

“L’aumento dei prezzi fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo”. A far scattare l’intervento del Governo sono i dati del monitoraggio di “Quotidiano Energia” in base ai rilievi comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Ministero dello sviluppo economico, nelle ultime 24 ore la benzina verde ha sfondato i 1,9 euro al litro.

Tensioni nel Mediterraneo

Stando alle valutazioni degli analisti, c’è una ragione geo politica della impennata delle quotazioni dei prodotti petroliferi che ha innescato la corsa agli aumenti sulla rete dei distributori. Il problema che l’area del Mediterraneo è sempre più sotto pressione. In uno scenario tra guerre e tensioni, inoltre, non mancano nemmeno le pressioni e le speculazioni sui prezzi. Gli effetti si ripercuotono sul prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self. I dati di “Quotidiano Energia” dicono che la benzina è salita a 1,914 euro/litro (valore precedente 1,902). Il diesel self si è portato a 1,831 euro/litro (da 1,821). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio aumenta a 2,049 (da 2,037), il diesel servito sale a 1,973 (da 1,963). Con questi rialzi il rischio è che l’inflazione non arretrerà con un aggravio di problemi sulle famiglie.

L’intervento del Governo

Le difficoltà non sono sottovalutate dal Governo e ieri da più direzioni si è fatta strada l’ipotesi di una iniziativa a tutela dei consumatori. Ad anticipare le mosse è la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra che nel rassicurare su un prossimo intervento sul gettito Iva per ridurre i prezzi ha ricordato che il Governo, ha aggiunto, “ha fatto già interventi per 30 miliardi”. Notizia che è stata comunque accolta in modo tiepido dall’Unione Nazionale Consumatori. “Bene, ottima notizia se non significa, però”, sottolinea il presidente Massimiliano Dona, “che il Governo si limiterà solo a prolungare il taglio delle accise oltre l’8 luglio”. Per l’Unione Nazionale Consumatori l’obiettivo è che il taglio delle accise venga innalzato “di almeno altri 10 cent, superando i vincoli europei che scatterebbero per il gasolio”.

Consumatori in attesa

Massimiliano Dona non nasconde la preoccupazione per il ritmo di accelerazione dei rincari. Una crescita che per alcuni versi supera anche i rialzi avuti all’inizio dell’invasione Russa dell’Ucraina.

“I dati ufficiali del ministero della Transizione Ecologica sono preoccupanti. La benzina, nonostante l’intervento del Governo pari a 30,5 cent, da due settimane è tornata a prezzi superiori a quelli decollati dopo l’invasione dell’Ucraina, ossia ai 1,869 euro al litro della rilevazione del 28 febbraio”, osserva il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che elenca, “Per il gasolio peggio ancora: non è mai sceso sotto i rialzi seguiti allo scoppio del conflitto, ossia ai 1,740 euro al litro. Da quando è iniziata la guerra il 24 febbraio, un litro di benzina, costa oltre 3 cent in più (3,552 cent), con un rialzo dell’1,9%, pari a 1 euro e 78 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di 9 cent (+9,043 cent), con un rincaro percentuale del 5,3%, pari a 4 euro e 52 cent a rifornimento”.

I decreti del Cdm

Come è noto di recente sono stati due i provvedimenti anti crisi approvati varati dal Consiglio dei ministri. Il primo decreto proroga fino all’8 luglio gli sconti da 25 centesimi sulle accise (e da 30,5 centesimi Iva compresa) su benzina e gasolio e introduce il taglio di accise e Iva per il gas naturale, per un valore di 2,1 miliardi. Il secondo chiamato a muovere altri 12 miliardi, è diviso tra il bonus anti inflazione e gli interventi per imprese, enti locali, sanità e profughi.

Sguardo rivolto all’Europa

Il prezzo dell’energia potrebbe non arrestarsi anche dopo l’accordo trovato in Europa. Se il petrolio russo sarà messo al bando non è detto che l’embargo risolverà i problemi dei Paesi Ue e faccia un danno alla Russia. Il motivo è proprio nei prezzi che continueranno a salire, rinforzando le finanze di Mosca e indebolendo quelle dei Paesi Ue. Inoltre il tempo non gioca a favore dell’Europa. La guerra sarà ancora lunga e l’impatto sulle economie sarà ancora più forte.

I timori di Bankitalia

Un segnale forte sulla imprevedibilità degli eventi e le conseguenze negative è arrivato da Bankitalia. “La guerra ha radicalmente accentuato l’incertezza”, evidenzia il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, “L’attività produttiva si è indebolita nel primo trimestre, dovrebbe rafforzarsi moderatamente in quello in corso. In aprile valutavamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina avrebbe potuto comportare circa 2 punti percentuali in meno di crescita, quest’anno e il prossimo”. Per io prossimo futuro le stime sono negative. “Non si possono però escludere sviluppi più avversi. Se la guerra dovesse sfociare in interruzione delle forniture di gas russo, il Pil potrebbe ridursi nella media del biennio”, osserva Visco, “il conflitto in Ucraina sta determinando un significativo rallentamento dell’economia mondiale. Il quadro congiunturale si è deteriorato anche nell’area dell’euro, che è particolarmente esposta agli effetti economici del conflitto. Secondo le stime più recenti, quest’anno la crescita del prodotto dovrebbe risultare inferiore al 3 per cento, ben al di sotto di quanto previsto pochi mesi fa”.

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