È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio scorso il Decreto Ministeriale che assegna, 900 borse di studio aggiuntive per il triennio 2021-2023 finalizzate alla formazione nel settore della Medicina Generale tramite un investimento di quasi 34 milioni di euro alle regioni e province autonome con i fondi del PNRR. A darne notizia la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri.
“Esprimiamo la nostra soddisfazione – commenta il Presidente, Filippo Anelli – e ringraziamo il Ministro Speranza per questo intervento, da noi più volte auspicato e promosso, che aiuta a “svuotare” il cosiddetto imbuto formativo, dovuto al sovrannumero di medici laureati e abilitati rispetto ai posti nelle Scuole di specializzazione e al Corso per la Medicina Generale. E che dimostra un’attenzione da parte del Governo alle cure primarie e alla figura del Medico di Medicina Generale”.
“Il Medico di Medicina Generale – aggiunge Anelli – è infatti il professionista al quale il Servizio sanitario nazionale affida il cittadino lungo tutta la sua vita, e che concretizza i principi di universalità, uguaglianza, equità, tramite la prossimità, la fiducia, la libera scelta. E il cittadino ricambia: in tutti i sondaggi, il gradimento verso il medico di famiglia raggiunge livelli altissimi, oltre l’80%”. “Ora – esorta Anelli – occorre fare quei passi in più che rendano attrattivi i percorsi di formazione prima, e poi quelli professionali. Occorre equiparare il titolo alle specializzazioni, e, di conseguenza, rendere uniformi le retribuzioni per i colleghi che scelgono una di queste due vie complementari e sinergiche: quella di prendere in carico l’individuo nel suo complesso, o quella di specializzarsi nella cura di un organo, un apparato, una patologia”.
“Si deve poi sviluppare, sul territorio, un modello multiprofessionale – conclude Anelli – in cui il Medico di Medicina Generale lavori in gruppo con altri professionisti. Quello che serve ora al paese è un processo di riforma vero, che badi più al contenuto che al contenitore, che sia condiviso con i professionisti e li veda lavorare insieme in strutture distribuite in maniera capillare sul territorio. Abbiamo bisogno di un atto di coraggio, di investimenti concreti e mirati che valorizzino il ruolo dei professionisti e avvicinino la sanità ai cittadini”.