Stavolta Draghi non avrà esordito dicendo: “Sono qui per parlare di pace”. Sapeva già la risposta. E sapeva anche che il misterioso piano di pace italiano presentato alle Nazioni Unite per Mosca è poco serio. Ma pare che il capo del Cremlino sia stato meno burbero del solito. Forse perché è rinfrancato da qualche successo militare nel Donbass.
“Vi daremo il gas ai prezzi concordati ma se volete che liberiamo i porti per il grano ucraino dovere togliere le sanzioni”. Questo il succo. Una telefonata interlocutoria come da 3 mesi sono tutti i colloqui dei leader occidentali con Putin. Il quale oggi ha in altra sede sostenuto che le sanzioni stanno facendo bene alla Russia. Tesi suggestiva. Se fanno bene perché allora chiede di toglierle? Solita propaganda.
Draghi fa bene a fare telefonate periodiche al Cremlino, servono a tenere aperto un canale di dialogo. Ma i risultati concreti sul piano diplomatico verranno solo quando gli effetti ritardati delle sanzioni e un qualche contentino sul terreno militare indurranno Putin, o chi per lui miglior consiglio.