Il provvedimento firmato dal commissario straordinario Angelo Ferrari per il contrasto alla peste suina africana a Roma prevede una zona rossa allargata entro 30 giorni per gli abbattimenti e una cabina di regia interistituzionale. “L’obiettivo essenziale è quello di contenere la malattia e radicarla da questo Paese. Oggi il virus si propaga all’interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico” spiega il commissario straordinario.
“I casi riscontrati al momento sono otto e sono nel Grande raccordo anulare: il primo obiettivo è mantenerli nell’area, chiudere tutti i varchi ed impedire il passaggio di animali infetti anche con cinghiali esterni che alimenti il focolaio ma soprattutto evitare il passaggio ai suini domestici”, ha proseguito Ferrari. “Poi ci sono una serie di obiettivi: chiediamo alle autorità di monitorare la presenza delle carcasse per garantire che la zona infetta non si ampli. Sui tempi bisogna avere pazienza di comprendere come sarà evoluzione della malattia. Ci aspettiamo una autoestinzione”, ha concluso. Per quanto riguarda la cabina di regia “ci aspettiamo un’area confinante per incidere sulla popolazione dei cinghiali per evitare che si estenda al di là del raccordo. Per arrivare all’eradicazione è necessario un anno dall’ultima carcassa positiva”, ha concluso.
“La cabina di regia coinvolgerà tutte le amministrazioni competenti in materia e tra queste c’è anche il ministero della Salute, oltre a Regione Lazio, prefettura e Roma Capitale. La cabina di regia si occuperà di redigere un piano che preveda la riduzione della presenza dei cinghiali sul territorio” ha aggiunto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Dobbiamo assolutamente andare a ricostruire un equilibrio che oggi non c’è. Dobbiamo far sì che tornino a vivere nel loro habitat, non possiamo accettarli nei nostri centri storici o in mezzo a autostrade e strade”, prosegue. “Credo che l’obiettivo centrale rimanga quello di ridurre sensibilmente la presenza dei cinghiali perché nel nostro Paese c’è una presenza cinque o sei volte superiore di quella che dovrebbe essere. Il numero è talmente alto che ci sono soltanto stime. Siamo di fronte a un’emergenza dentro un’emergenza. Gli abbattimenti saranno operati da cacciatori abilitati con una caccia selettiva come già avvenuto in Regione Piemonte. Siamo all’inizio di una progressiva riduzione del numero di cinghiali” ha concluso.