Da “sudicio” guardo con una certa curiosità, che non vince un mio radicato scetticismo, al “Forum verso il Sud” organizzato il 13 e 14 maggio a Sorrento dallo Studio Ambrosetti e voluto dalla Ministra Mara Carfagna, «…alla sua prima prova da aspirante leader centrista» (così Monica Guerzoni, sul Corriere della Sera di ieri sabato 14 maggio). Considerazione, quest’ultima, che non mi trattiene dal fare mia l’osservazione di Gianfranco Rotondi che il “Centro” non si farà mai perché tutti lo vogliono, a condizione di esserne il leader.
Ma ritorniamo al Forum di Sorrento.
Ho scritto “sudicio” tra virgolette, ovviamente non riferendomi alla mia igiene personale (che curo con attenzione), ma alla mia qualità di aderente ad un movimento culturale, non organizzato, che nasce attorno a “Nordici e Sudici”: una rubrica ideata da Pasquino Crupi per “La Riviera” (il bello e coraggioso settimanale della Locride, cercatelo sul web), per lo scrittore Gioacchino Criaco, il quale la alimenta con acuti e propositivi interventi. Anch’io qualche volta affido mie considerazioni a quel settimanale su problemi meridionali: ed ho chiesto di essere aggregato così al partito dei “sudici”.
Ovviamente l’iniziativa della Ministra Carfagna merita apprezzamento. Ma non posso non rilevarne dall’esterno il limite che a me pare evidente: l’esclusione del problema meridionale dal dibattito.
The European House Ambrosetti ha organizzato il convegno, con la massima attenzione e dedicando approfonditi studi allo stesso. «Il summit è preceduto da un intenso lavoro di ricerca supportato da un Advisory Board di alto livello, al quale parteciperà anche il Governo. Si tratta di un’occasione unica per discutere le traiettorie di sviluppo del Sud Italia alla luce delle sfide e delle direttrici strategiche che interessano la macro-regione del Mediterraneo Allargato», recita la presentazione dello stesso, annunciando che «l’iniziativa ospiterà Ministri, business leader e opinion leader dei Paesi del Mediterraneo Allargato, per identificare in chiave condivisa opportunità di investimento, strategie di sviluppo e priorità, offrendo al tempo stesso occasioni di dibattito e networking qualificato per i partecipanti».
E sono stati pure modesti: al Forum – nella lussuosa Villa Zagara, nella magnifica Sorrento – sono presenti anche il Capo dello Stato, Mattarella, il Presidente del Consiglio, Draghi, il Presidente della Camera, Fico, presidenti di Regioni ed uno stuolo di studiosi ed imprenditori.
Si discute dell’opportunità che deriva al Sud dalla tragedia della guerra e dai recenti accordi con i paesi del Nord Africa per l’acquisto di gas. Il Sud terminale di arrivo e di smistamento dell’energia.
Ma non mi è chiaro se si tratti realmente un’opportunità per il Sud e per la gente del Sud (vuoi vedere che da ora in poi non debba essere un atto eroico il restare al Sud?), ma un’opportunità per investimenti di imprenditori nordici che vengono a raccogliere i benefici del Sud “luogo strategico per gli investimenti attuali”.
Vi assicuro che, da “sudicio” sono terrorizzato.
Ancora bruciano gli investimenti dello Stato dopo la Rivoluzione di Reggio di Calabria del 1970: la Liquichimica di Saline, una maxi industria chimica, realizzata fin nei minimi particolari, che ha assunto un centinaio di operai, subito umiliati con la cassa integrazione, perché non ha mai funzionato, neppure un giorno (avrebbe dovuto produrre proteine dal petrolio; non è mai stata trovato altro utilizzo); il Porto di Gioia Tauro, una megastruttura degna di una città da mezzo milione di abitanti, rimasta nana per l’incapacità dello Stato di compiere un’azione preventiva per impedire alla ‘ndrangheta di infiltrarsi: preferendosi alla lotta effettiva il “non fare”.
Ecco il mio timore quando sento parlare da investitori del nord di affari al Sud è proprio questa.
Forse influenzato dalla narrazione della missione al Sud del cavaliere Aimone Chevalley di Monterzuolo, il funzionario piemontese che ne Il Gattopardo incontra il principe Fabrizio Salina per offrirgli il seggio senatoriale, che dopo la “felice annessione” cercava in realtà nuovi mercati per il riso piemontese (una nota personale, trovandomi per lavoro in Piemonte: l’arancino è geniale; ma il risotto di qui è insuperabile).
Insomma: bene che arrivino capitali assunti, che si facciano investimenti industriali.
Bene che si creino infrastrutture adeguate: Ma che le stesse siano al servizio delle esigenze della popolazione meridionale, e non soltanto delle esigenze del potentato economico che viene al sud con uno spirito quasi da colonizzatore.
Al Forum di Sorrento non c’è la manifestazione di nessuna delle esigenze della gente del Sud, ma solo una opportunità per investitori: ma se l’industria rimane estranea all’ambiente in cui si inserisce arricchisce solamente l’investitore che la finanzia; e non porta ricchezza.
Bene. Parleremo anche di ciò a “Polsi Ambiente 2022”, dal primo al 3 luglio nella Locride: e chi sarà presente capirà meglio il dramma meridionale allorché si renderà conto che per andare da Locri (sede della Diocesi) al millenario Santuario della Madonna della Montagna (una trentina di chilometri), non v’è una strada, ma una pista percorribile in più di due ore solamente da fuoristrada.
Ovviamente a Polsi Ambiente 2022, organizzato da La Discussione e dal citato settimanale La Riviera, la partecipazione è libera: non tratteremo di affari, ma dei problemi della gente meridionale.