lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

Un santo “anomalo”

Domani 15 maggio viene canonizzato da papa Francesco Charles de Foucauld. È una figura che, per alcuni versi, può essere considerata “di rottura” nei modi in cui ha vissuto e agito.

Charles de Foucauld nasce a Strasburgo (città di confine) il 15 settembre 1858. Rimane orfano ben presto e viene allevato dai nonni. A diciott’anni è affascinato dalla carriera militare ed entra all’Accademia di Saint-Cyr dove si formano i quadri della Francia. Si allontana dalla fede trasmessagli dalla famiglia e vive quel “silenzio di Dio” comune a molti percorsi mistici. Nel 1882 si dimette dall’esercito e parte per il Marocco. È un luogo che gli “prenderà il cuore”, incontrerà l’ospitalità della gente, si confronterà con gli spazi del deserto incominciando quel lungo percorso che lo riporterà alla fede. Una conversione che si concretizza nell’autunno del 1886.

Inizia un vagabondare che assume il sapore di un continuo peregrinare: a Nazareth vive nel nascondimento; entra nella Trappa di Notre Dame des Neiges in Francia. Pochi mesi dopo lo ritroviamo già in Siria, alla ricerca di una vita ancora più autentica. Ritorna a Nazareth e trova ospitalità nel monastero delle Clarisse vivendo in povertà assoluta.

È un percorso tortuoso, perennemente alla ricerca di qualcosa di più profondo e vero, un’insoddisfazione dell’anima che non trova pace o, meglio, la trova solo spostando l’asticella dell’ascolto di sé sempre più in alto.

Nel 1901 accetta l’ordinazione e diventa sacerdote a Viviers, in Francia. Ha 41 anni e l’attende la parte più radicale del suo percorso, della sua ricerca. Nell’ottobre di quell’anno arriva a Beni-Abbès, in Algeria, senza una missione che non sia quella di vivere in mezzo alla gente come fratello universale. Si sposta nel sud del Paese, nel territorio dei Touareg, a Tamanrasset, nel deserto profondo, arido e assolato. Vuole condividere la vita con quella gente e ne raccoglie le tradizioni, la cultura, trasferendo una memoria storica che sarà apprezzata nel tempo. È una terra primitiva e pericolosa dove le scorribande di predoni e bande terrorizzano la povera popolazione locale. Per questo costruisce protezioni alle case e un fortino davanti al quale, nel corso di un’incursione, viene ucciso il 1° dicembre 1916.

Il mondo è nel pieno della Grande Guerra e la notizia scivola senza tracce e reazioni. Ma, inspiegabilmente alla ragione, nel tempo quest’uomo che voleva vivere nascosto in mezzo alla gente più lontana e anonima, richiama l’attenzione per come ha vissuto e per quella sua costante ricerca.

Nasceranno opere, donne e uomini si riuniranno nella sua memoria senza che lui abbia fondato nulla. Un’ulteriore dimostrazione che l’esempio ha spesso bisogno di tempo per costruire nel silenzio, come un vento leggero che proviene dal deserto.

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