Dopo l’entrata in vigore del D.L. 146/2021 che affida nuovi poteri e competenza all’Ispettorato del lavoro (INL), sono state sospese 1.535 attività per irregolarità sulla sicurezza del lavoro o violazione delle norme contrattuali. Sono numeri forniti dal direttore nazionale Bruno Giordano, già magistrato alla procura di Torino nel corso di un incontro a Palermo su “Sfide e Cambiamenti per la Sicurezza sui Luoghi di Lavoro alla Luce del D.L. 146/2021” organizzato da Ergon e Studio Silvestri.
“Di queste sospensioni il 63% è legato al lavoro nero e il restante a tematiche che riguardano la sicurezza”, ha spiegato, “in edilizia le sospensioni sono aumentate del 171%, con la sospensione per lavoro nero al 39% e in materia sicurezza al 61%: quindi un rapporto inverso rispetto alle altre attività”. La norma prevede che la sospensione dell’azienda avvenga dopo “gravi violazioni” in materia di norme sul lavoro. “Il 90% delle violazioni segnalate”, ha spiegato Giordano, “sono state regolarizzate entro le 12 del giorno successivo, come consente la norma. Questo vuole dire che non erano gravi violazioni e per le quali bastava poco in termini di risorse, tempo e volontà”.
Quindi una riflessione sulla sicurezza sul lavoro: “non so quante persone che lavorano in quelle 1500 aziende sarebbero cadute da un ponteggio, ma i numeri stanno aumentando nella nostra analisi. Ci piacciono i bonus fiscali e stiamo tirando su i ponteggi. Negli ultimi sette mesi sono nate oltre 10 mila imprese edilizie senza nessuno storico. Sono state create per correre o concorre ad acquisire i bonus fiscali. Il PNRR vuole dire ripresa economica ma che non sia sulla pelle dei lavoratori”.
Al momento l’ispettorato nazionale ha 4 mila dipendenti che diventeranno quasi 7 mila entro l’estate, grazie ai nuovi concorsi che sono stati banditi. “Oggi abbiamo oltre 40 tipi di contratto”, ha aggiunto Giordano, “il mondo del lavoro è cambiato e bisogna partire dalla comprensione del diritto del lavoro. Ogni giorno mi confronto con diverse realtà dal bracciante che lavora in condizione ottocentesca fino al rider il cui datore di lavoro è un algoritmo e viene definito un ‘loggato'”.