Nell’ambito di un progetto educativo antimafia, gli studenti di oltre 600 scuole hanno partecipato al questionario del Centro Studi Pio La Torre di Palermo sulla percezione del fenomeno mafioso. Ne è risultato che i giovani sono sfiduciati parimenti sia nei confronti della criminalità organizzata che della classe dirigente. Il progetto sostenuto dal ministero dell’Istruzione ha registrato picchi di partecipazione alle singole videoconferenze, riconosciute dal ministero come lezioni di educazione civica, che hanno superato i 140mila contatti unici – dice Vito Lo Monaco, presidente del centro -. Due anni di isolamento sociale e lezioni a distanza hanno generato un sentimento di sfiducia forte, ma anche una percezione maggiore da parte degli studenti della capacità camaleontica delle mafie, pronte a sfruttare i varchi aperti dalla crisi pandemica così come dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
È stato ritenuto particolarmente significativo il messaggio “Ci vuole cultura, ci vuole coraggio/ non ci adeguiamo, questo è il nostro viaggio”, contenuto in un video realizzato dagli studenti dell’istituto penale minorile Bicocca di Catania, che ha ricevuto una menzione speciale.
La corruzione della classe dirigente è il fattore che più incide nella diffusione del fenomeno, sia al Nord (53,66%) che in Sicilia (45,56); al secondo posto, per gli studenti dell’Isola, c’è la mentalità dei cittadini (35,62%). “Educare i giovani alla legalità” è il primo passo che lo Stato dovrebbe compiere come azione di contrasto per il 24,38% degli studenti, seguito dalla necessità di “colpire la mafia nei suoi interessi economici” per il 20,92%, proprio come ha insegnato Pio La Torre. Conferenza Stato-Regioni: approvati Dl dissesto idrogeologico e rete fognaria Saranno stanziati 800 milioni per interventi contro il dissesto idrogeologico e 600 milioni per investimenti relativi a fognature e depurazione.
La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera ai Decreti leggi sulla tutela del territorio e delle risorse idriche finanziati dalla Missione 2, componente 4, del PNRR. L’obiettivo degli 800 milioni è quello di mettere in sicurezza il territorio dal rischio frane, sempre più frequenti a causa delle alluvioni, e per ridurre e prevenire gli allagamenti. Gli investimenti riguarderanno interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate per la riduzione del rischio residuo.
La Conferenza ha, anche, definito i criteri di riparto dei 600 milioni che serviranno per ristrutturare la rete fognaria e le strutture di depurazione, in molti casi obsoleti o addirittura assenti, puntando sull’innovazione e cercando anche di consentire, dove possibile, la trasformazione degli impianti di depurazione in “fabbriche verdi” per permettere il recupero di energia e fanghi e il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui o industriali. Investimenti necessari anche per far fronte alla sentenza della Corte europea di giustizia che ha condannato l’Italia per non aver rispettato una serie di obblighi imposti dalla direttiva Ue sulle acque reflue.