C’è chi la chiama foodbag, chi invece doggybag, in parole povere una confezione con gli avanzi di pranzo o cena al ristorante. Se pensiamo che ogni anno vengono prodotti circa 4 milioni di tonnellate di scarti all’anno in ambito domestico e 240.000 tonnellate nella ristorazione, ad oggi questi dati appaiono come veri e propri campanelli d’allarme. Un’alleanza tra istituzioni pubbliche, imprese e cittadini per sensibilizzare contro lo spreco alimentare attraverso la pratica dell’asporto del cibo avanzato nella ristorazione commerciale, la cosiddetta doggy bag.
E’ questo il principale obiettivo di “Bis!”, la prima campagna nazionale contro lo spreco alimentare realizzata dall’Anci e finanziata dal Mite.
In un contesto come quello attuale, con l’alta inflazione e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, ma anche la crescente sensibilità ambientale tradotta negli standard di riduzione delle emissioni nonché negli obiettivi di conversione energetica fissati non solo dalla Cop26 ma anche dall’Unione europea.
“Rinunciare a portare a casa il cibo che non finiamo di consumare al ristorante è come uscire lasciando le luci accese – ha aggiunto – occorre maturare questa consapevolezza” cioè che “per produrre ciò che viene sprecato impieghiamo risorse, energie e denaro sottratti ad altri scopi”.
“L’uso della food bag, quindi, deve diventare una consuetudine e sono felice che già numerose attività di ristorazione abbiano aderito, dimostrando che la sensibilità e la buona volontà per compiere passi in avanti sono già mature. Per contrastare lo spreco e promuovere la riduzione dei rifiuti il Mite ha sottoscritto questo importante accordo con l’Anci”, ha affermato la sottosegretaria alla Transizione ecologica, Vannia Gava.
“Cial – ha evidenziato la direttrice generale del Consorzio Giuseppina Carnimeo – ha aderito con entusiasmo alla campagna Bis! mettendo a frutto le esperienze maturate in questi anni nello sviluppo di campagne di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare organizzate in collaborazione con diversi comuni italiani, proprio attraverso la disponibilità di vaschette in alluminio, idonee e sicure per il trasporto e la conservazione del cibo, funzionali alla pratica del food bag e del take away e, principalmente, riciclabili all’infinito, in linea con i principi dell’economia circolare”.
E di economia circolare ha parlato anche Rocco Pozzulo, presidente della federazione Italiana Cuochi, rivendicando come “per noi la riduzione dello spreco alimentare è un obiettivo fondamentale, da perseguire quotidianamente nelle nostre cucine”, oltre che un “dovere deontologico” per ogni professionista, tanto che anche al consumo di acqua ed energia in fase di trasformazione la categoria fa sempre più attenzione.
“Passare attraverso la strada verde” è una consapevolezza che “sta crescendo negli ultimi tempi”, dice infine Neri Marcorè. Tuttavia “siamo la prima civiltà che deve affrontare il problema dell’autodistruzione” e se si potesse “fare prima” di quegli obiettivi globali fissati al 2030 o al 2050. Importante quindi che “ognuno faccia la propria parte”, dal sensibilizzare al consumare sempre un pò meno.
La campagna contro lo spreco alimentare fa parte di un progetto più ampio sulla riduzione degli sprechi alimentari finanziato dal ministero della Transizione Ecologica che prevede anche linee specifiche di attività per la prevenzione degli sprechi alimentari nella ristorazione scolastica; la misurazione dei rifiuti evitati attraverso l’utilizzo della “food-bag” e la predisposizione di quaderni operativi per il recupero delle eccedenze alimentari rivolti agli enti locali. Grazie alla collaborazione con Consorzio Nazionale Imballaggi in Alluminio, le prime attività di ristorazione che aderiranno alla campagna riceveranno un kit di benvenuto composto da circa 200 contenitori da asporto e materiali di comunicazione da utilizzare nel proprio locale.