lunedì, 16 Dicembre, 2024
Manica Larga

Il metaverso? Tecnologia e posti di lavoro non virtuali

Avevo questo libro, un romanzo di fantascienza, copertina nera, il cui titolo era Neuromancer. In quelle pagine lo scrittore americano William Gibson, celebre per aver inventato il termine cyberspazio, raccontava di un mondo parallelo: la realtà virtuale.

Avanti veloce e venne il tempo di Second Life, universo in cui era possibile costruirsi un avatar e una vita.  Non fu un grande successo, forse non era il momento giusto, così gli investitori della Silicon Valley avrebbero ricominciato a scommetterci vent’anni dopo.

A fargli da spalla Mark Zuckerberg che, con l’operazione Meta, non solo ha cambiato vestito a Facebook, ma ha anche messo il turbo a quello che sarebbe diventato un fenomeno di costume, il metaverso. Da allora, naturalmente, le aziende ne hanno fatto la propria ossessione e, secondo diversi pareri, si tratta di uno dei megatrend destinati a restare.

Un ecosistema e una visione

Una data powerhouse che osserva da vicino il mondo delle start-up, CB Insights, ha messo insieme un po’ di dati per vederci meglio e ha concluso che il metaverso sia molto piú che semplice tecnologia.

Si tratta, infatti, di un sistema complesso, non fosse altro che per l’elevato numero di attori che vi gira intorno. Produttori di chip e processori, reti 5G, infrastruttura cloud ed edge. E poi: dispositivi hardware come telefoni, PC, console di gioco, tecnologie tattili per fornire feedback reali in un mondo virtuale, occhiali intelligenti basati sulla realtà aumentata, modellatori 3D, sviluppatori di avatar e di video volumetrico. Senza infine dimenticare i sistemi di pagamento come le cryptovalute, i portafogli crittografici e i mercati NFT. Il tutto per generare esperienze: concerti virtuali, giochi decentralizzati grazie alla blockchain, moda, immobiliare, educazione e lavoro virtuale, tanto per fare alcuni esempi.

Parlare di metaverso oggi significa quindi disegnare una visione generata nel seno della nostra natura di essere umani, programmati per proiettarci nel futuro, ma al tempo stesso ancorata a una realtà tecnologica il cui sviluppo va di pari passo con le sue reali potenzialità.

In altri termini, con il metaverso si è aperto un mondo (virtuale) e una promessa. Si prevede, infatti, che venererà un mercato dal valore complessivo di circa un trilione di dollari entro la fine del 2030, ovvero nuovi posti di lavoro, un indotto e ricchezza generata e auspicabilmente distribuita. Ma la tecnologia costa tanto, quindi serve tenere le luci accese.

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