venerdì, 22 Novembre, 2024
Ambiente

Progetti per rifiuti: 12 mld. Il Sud supera il Nord

L’Italia del trattamento e del riciclo dei rifiuti si sveglia dal torpore e si lancia in una corsa progettuale che appare addirittura sproporzionata. Merito del Piano nazionale di Ripresa che dà spazio alla moltiplicazione di risorse e interesse verso l’ambiente e programmi ecologici. In questi giorni al Ministero dell’economia, a quello della Transizione ecologica, e al Ministero per lo sviluppo sono arrivate richieste a valanga per la realizzazione di progetti di economia circolare, in tutto 4.114 proposte piovute da tutta Italia, per un valore complessivo di opere da realizzare di oltre 12 miliardi.

Economia circolare e Pnrr

Il Piano nazionale, tuttavia, di miliardi ne prevede 2,1, fondi a disposizione per la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento e il riciclo dei rifiuti, l’ammodernamento di impianti esistenti e la realizzazione di progetti “faro”.
In particolare l’attenzione di imprese ed Enti, si concentra proprio nei progetti innovativi per l’appunto i sistemi “farò” che prevedono il trattamento dei rifiuti provenienti da filiere che raccolgono le apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee, inclusi pannelli fotovoltaici e pale eoliche). C’è poi l’industria della carta e del cartone, il tessile, le plastiche. Progetti che tra l’altro prevedono una vasta gamma di  sistemi di monitoraggio con l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di Intelligenza Artificiale. Un insieme di tecnologia dedicata che consentirà almeno secondo i progetti presentati di prevenire e reprimere gli scarichi illegali. L’obiettivo del Piano nazionale di Ripresa è di raggiungere quei livelli standard europei ed evitare l’apertura di nuove procedure di infrazione a carico dell’Italia.
Il Pnrr va ricordato, si pone l’obiettivo di dotare tutta la penisola di una rete di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti, colmando il divario esistente al momento fra Nord e Centrosud.

Boom di progetti per l’ambiente

A segnalare la crescita di attenzione verso lo smaltimento e riciclo è il sottosegretario al Mite (ministero della Transizione ecologica) Vannia Gava che presenta il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Le percentuali delle proposte parlano di per sé, dal Sud sono arrivati il 45% delle idee progettuali a valere sui fondi del Pnrr (1,5 miliardi per Comuni e imprese pubbliche e 600 milioni per le imprese private). Nella selezione del Ministero, le Regioni del Mezzogiorno hanno inviato 1.860 progetti per un valore complessivo di 4,6 miliardi, che da soli eccedono di oltre il doppio la dotazione totale disponibile. I bandi si sono chiusi la scorsa settimana e si attende la prossima selezione.
“Avere una risorsa impiantistica vuol dire anche non avere circolazione su gomma e ulteriore inquinamento”, evidenzia la sottosegretaria Vannia Gava nell’illustrare il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti. L’Europa, ricorda l’esponente di Governo, ha fissato al 2035 il 10% dei rifiuti in discarica e che il 70% degli impianti per il recupero energetico sono nell’Italia settentrionale. “L’applicazione del nuovo Piano nazionale per la gestione dei rifiuti”, osserva ancora la sottosegretaria, “eliminerà le inefficienze e le diseconomie, trasformerà veramente i rifiuti da problema e risorsa”.

La corsa delle Regioni

Se il Sud fa numeri da record, anche l’interesse mostrato da Nord e Centro Italia non è da meno, a conferma dell’importanza degli investimenti nel settore. I numeri del Mite raccontano che 1.474 sono le proposte pervenute dalle regioni del Nord (il 36% del totale), per un ammontare di 4,4 miliardi di euro; dal Centro Italia 780 proposte progettuali (il 19% del totale), il cui valore complessivo arriva a circa 3,3 milioni di euro.

Rifiuti, riforma epocale

Per Stefano Laporta presidente dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il Piano nazionale per la Gestione dei Rifiuti (Pngr), rappresenta una delle riforme strutturali per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevista nella relativa Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica. La “Componente 1”, è quella dell’economia circolare e agricoltura sostenibile. Gli ambiti d’intervento sono finalizzati a migliorare la capacità di gestione dei rifiuti.

I tempi delle realizzazioni

Programma nazionale ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028) ed è uno strumento strategico di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. C’è una sinergia programmatica tra Regioni, le due Province Autonome, quella dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), del Ministero dello sviluppo economico (Mise), e dell’Autorità di Regolazione per energia Reti e Ambiente (Arera). Una trafila che dovrebbe essere snellita da una riduzione della burocrazia.

Programma e strategie Ue

Il quadro di riferimento per l’Italia è quello europeo. Le norme definiscono i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione offrendo una ricognizione nazionale, “al fine”, si sottolinea nel programma, “di fornire, in primis, indirizzi atti a colmare i gap impiantistici presenti nel territorio”.
“E’ necessario arrivare ad una autonomia di impianti a livello regionale e territoriale e bloccare ‘il turismo’ dei rifiuti da una regione all’altra”, sottolinea la sottosegretaria Vannia Gava, “Questa offerta dal Pnrr è una occasione storica che non possiamo permetterci di sprecare in lungaggini e burocrazia”.

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