Secondo una recente stima attribuita all’Eurispes della il giro di affare mondiale delle mafie italiane ammonta attorno ai 130 miliardi di euro. Ma quanto porterà la guerra in Ucraina nella casse del crimine organizzato? Secondo una stima elaborata dall’agenzia di comunicazione di Klaus Davi che sta realizzando una inchiesta sui fatturati di guerra in quei territori nei prossimi 5 anni sarà la Ndrangheta a guadagnare di più con un +15 del fatturato ricavato complessivo soprattutto grazie al traffico di armi valutato da Europol attualmente attorno al miliardo, a cui si aggiungerà nei prossimi anni un’ ulteriore miliardo di euro indotto dall’esplosione del business con un +50 % del fatturato. Il traffico di droga complessivo valutato attualmente dall’ Osservatorio Emccda droghe solo in Europa attorno ai 30 miliardi frutterà solo alla mafia calabrese +2 miliardi di euro pari a un +12% del fatturato specifico.
Secondo l’analisi la ricostruzione e il caos politico che ne deriverà faciliterà enormemente l’economia illegale data la mancanza di dialogo tra gli inquirenti come più volte segnalato dai magistrati italiani come Nicola Gratteri e Giuseppe Lombardo. Quanto all’edilizia dove non esistono stime ufficiale per la mancata cooperazione degli stati interessati si stima un +7% pari a poco meno di un miliardo. La Ndrangheta guadagnerà anche grazie agli investimenti finanziari ‘legali’ con un +5% di introiti stimabili attorno ai 2 % miliardi di euro. Anche il business dell’energia (gas, oleodotti) frutterà molti soldi alle mafie , in una quantità stimabile attorno ai 2 miliardi di euro e un netto incremento nel settore specifico del 12%. Secondo gli analisti le mafie avranno anche un ruolo centrale nel dopo guerra e la ricostruzione.
La Ndrangheta essendo la più internazionale e la più liquida sarà la mafia che trarrà maggior vantaggi dalla ricostruzione nelle zone di guerra sia a quelle che rimarranno sotto l’influenza ucraina che russa. Secondo lo studio mafia, ndrangheta e camorra sono già presenti in quei territori da decenni e coglieranno l’opportunità della ricostruzione sia con l’edilizia ma anche la ristorazione e il food dove è particolarmente attiva la cosca Piromalli e traffico di droga controllato dalle cosche Mancuso di Vibo e di Plati. “Le mafie sono già attive, osserva Klaus Davi, come dimostrano diverse indagini di varie Procure della Repubblica.
Le cosche Nirta Strangio di San Luca, le cosche Pesce Bellocco di Rosarno, le cosche della Ionica e Reggine sono le più forti nelle relazione con le mafie orientali essendosi insediate della ex DDR fin dagli anni 90. Le mafie sono tradizionalmente alleate con le mafie balcaniche e dell’est come dimostrano diverse indagini e la piattaforma di questi collegamenti è Milano dove diverse indagini hanno dimostrato i contatti fra i De Stefano di Reggio Calabria e la mafia balcanica”. Proprio di recente Nicola Gratteri ha ammonito: “Grazie alla guerra la compravendita di armi le mafie si garantiranno l’approvvigionamento di armi e le rivenderanno a prezzi discount guadagnando cifre notevoli perché le mafie italiane non hanno problemi ad attingere a questi mercati”.