Si susseguono vertici della maggioranza per definire, anche negli aspetti tuttora controversi, la manovra economica per la quale diventa urgente la trasmissione al Parlamento, sarà poi interessante valutare quanto sui vertici abbiano influito i risultati delle elezioni in Umbria che hanno segnato una cocente sconfitta dell’alleanza tra PD e M5S, che, nell’elezioni umbre hanno visto ridimensionato in misure consistenti il consenso per il primo e ridotto il secondo a percentuali mortificanti.
Le premesse per una discussione serena e costruttiva, non paiono perciò esserci, tenendo specialmente conto della situazione interna al M5S dove sono forti le spinte, raccolte dallo stesso Di Maio, per il recupero di una posizione autonoma ed identitaria rispetto alle esigenze della alleanza.
Potrebbe, alla fine prevalere lo spirito di conservazione di un governo che, se dovesse dissolversi, aprirebbe la strada ad elezioni politiche anticipate, con previsioni fosche per il risultato elettorale di una sfida, che ad oggi, appare perdente in partenza.
Saremo così condannati, non si sa per quanto tempo a prendere nota di una fase ancora più ambigua e controversa dell’attuale con un PD che farebbe fatica, indebolito come è a contenere le posizioni demagogiche e populiste di un movimento in evidente crisi di identità qual è il M5S.
Non molti se ne sono accorti, ma il risultato dell’Umbria come quello prossimo dell’Emilia Romagna, dove i sondaggi danno il vantaggio di 10 punti la coalizione di centro destra, segnano la definitiva crisi dei pentastellati, che pagano la presunzione della politica umorale e non meditata, e pongono al Pd il problema del superamento della stagione perlomeno ambigua.
Quanto al centro destra dovrà sempre più proporsi come alternativa reale di governo valorizzando le sue componenti più ispirate alla tradizione liberal democratica e rispettose dell’identità cristiana dell’Italia.