“Ci teniamo a esprimere la nostra solidarietà a tutte le persone colpite dai disastri naturali pur sapendo che se non si cambierà registro, purtroppo, questi si verificheranno sempre più spesso”. Sono le considerazioni, che possiamo definire accorate, fatte dal centro studi della Coldiretti e indirizzate a tutti gli agricoltori d’Italia che ogni giorno consultano le previsioni meteorologiche nel timore che un improvviso temporale e un acquazzone possano trasformarsi in una sciagura per il loro lavoro.
Gli effetti climatici, infatti, pesano sempre più sull’agricoltura con danni che diventano ogni anno più pesanti. Il problema è come cercare di arginare questo potenziale distruttivo. Un fronte che le associazioni di categoria stanno cercando di mettere a punto chiedendo a tutti di sostenere le imprese agricole scegliendo i loro prodotti.
“La cura del territorio, la conservazione della biodiversità e la proposta di un modello alternativo all’industrializzazione del cibo sono tutti elementi utili alla lotta al cambiamento climatico e per il raggiungimento di una giustizia sociale”, ricorda la Coldiretti che cita come per gli esperti esista una grande differenza tra meteorologia e climatologia. “Mentre la prima si occupa di dare previsioni, il più possibile accurate, fino alle successive 72 ore, la climatologia studia come si modifica il clima nel corso della storia”, fa presente la Confederazione dei coltivatori, “quindi conduce osservazioni del passato per fare dei modelli applicabili al futuro. È per questo motivo che affermare che sulla base di un evento, magari catastrofico, avvenuto negli ultimi anni il clima sta cambiando è quantomeno imprudente”.
Una stima dei fenomeni secondo gli esperti che non deve far scambiare alcuni episodi estremi come un cambiamento epocale. “Ciò che si osserva”, prosegue lo studio della Coldiretti, “in questi anni è una certa insistenza di eventi estremi che oltre ad aumentare di numero, aumentano anche di intensità. Piogge torrenziali, freddo improvviso e fuori stagione, siccità prolungata sono, perciò, nel complesso la spia che ci deve far aprire gli occhi su quanto sta avvenendo sul pianeta”. Secondo Coldiretti bisogna osservare e analizzare attentamente i fenomeni per avere una idea più certa di ciò che accade, e gli studi mettono in evidenza i pericoli dovuti al riscaldamento solare. “È impressionante”, sottolinea la Confederazione, “come l’energia accumulata dai mari per l’irraggiamento solare e il suo mancato rilascio nel cosmo, causato dall’incremento dell’effetto serra, si “scarichi” in potenti cicloni anche nel Mediterraneo”.
Da questo fenomeno in un mare a noi vicino e con riflessi così impattanti sull’Italia, gli agricoltori hanno assistito a eventi estremi con la conta di danni materiali ingentissimi e purtroppo anche con diversi morti.
“Oggi l’agricoltura può fare molto per arginare questa tendenza”, sottolinea la Coldiretti che pone l’accento proprio sul ruolo dell’agricoltore non solo come impresa, o come attività strategica per una popolazione o una comunità, ma ai lavoratori nei campi viene affidato un ruolo anche di salvaguardia e tutela della natura. “La cura del territorio, la conservazione della biodiversità sono tutti elementi utili alla lotta al cambiamento climatico”. Ed infine un appello a favore degli agricoltori e del loro lavoro che è utile a tutti. “Sostenere gli agricoltori”, dice la Coldiretti, “in vendita diretta può voler dire anche questo”.