giovedì, 21 Novembre, 2024
Società

Un successo la commemorazione di Luca Attanasio in terra di Sicilia

“Luca Attanasio ci ha insegnato a vivere ogni vocazione come una missione, senza ma e senza se. Costi quel che costi”.

È questa la certezza che gli studenti palermitani hanno portato con se al termine di una riuscita giornata di studio con lo sguardo rivolto all’Ambasciatore Luca Attanasio nel suo primo anniversario di morte, barbaramente ucciso nella Repubblica Democratica del Congo.

Alunni e alunne arrivati da diversi Istituti da Palermo e provincia per ridare voce e solarità a un giovane ambasciatore che ha pagato un prezzo alto la sua “Vocazione/missione” ad essere dalla parte degli ultimi, dei più deboli senza tenere in conto il rischio che poteva pagare. E ha pagato con dignità e fede alla sua “missione”: Nella sala convegni  “Marzio Tricoli” dell’Assessorato Regionale all’Economia, l’avvocato Gaetano Armao – anche in veste di Vice Presidente della Regione Siciliana – ha dato il benvenuto ai diversi giovani (alcuni con i genitori, interessati all’evento culturale) ai relatori: il Generale di Corpo D’Armata Domenico Rossi (già sottosegretario di Stato al Ministero  della Difesa), al Dirigente Scolastico Sergio Picciurro, al Vice Presidente del Parlamento della Legalità Internazionale al moderatore dell’evento l’editorialista Francesco Panasci.

La partecipazione dei giovani si è fatta sentire quando Alberto Guidotti (quattrordici anni, studente del Liceo Scientifico “Cannizzaro” di Palermo) ha preso la parola ripercorrendo le tappe della vita di Luca Attanasio.

Mentre Gaetano Bonsignore (studente dell’Istituto Superiore per Geometri “Filippo Parlatore” sempre di Palermo) ha indirizzato un messaggio di affetto ai genitori e alla moglie di Luca, Zakia, e alle tre bambine.

Meravigliosa la cartolina realizzata e omaggiata ai presenti dipinta da uno studente dell’Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello” di Cerda (prov. Palermo) dove ha sede l’Ambasciata della Musica a firma Parlamento della Legalità internazionale. In prima fila anche Nicola Di Matteo, fratello del piccolo Giuseppe Di Matteo, vittima della criminalità organizzata. A chiudere i lavori ci ha pensato il giovane Andrea Farina il quale ha letto ai presenti, in un clima di attenzione e commozione, il messaggio scritto da Salvatore Attanasio, papà di Luca, il quale ringraziava per aver organizzato questo evento. Il sipario non cala, Luca continua a vivere nel cuore di chi sa mettersi in gioco per dare il meglio di se in un mondo dove spesso il non senso della guerra e dell’odio sembra averla vita. Non è cosi: Luca è il simbolo di una cultura della Vita e della rinascita senza ma e senza se.

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